mercoledì 31 agosto 2016
Caritas italiana invita a «rendere concreta una vera alleanza tra il pianeta e l’umanità: occorre un cambiamento degli stili di vita personali, ma anche un’incisiva azione collettiva, e una vigilanza costante».
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L'appello di Caritas italiana alle istituzioni a mettere in atto misure di prevenzione efficaci. Don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana si è di nuovo recato ieri nei luoghi colpiti dal sisma per testimoniare vicinanza e accompagnamento e l’impegno della Caritas di restare accanto alle persone per ripartire proprio dalle relazioni e dal tessuto sociale. «Come ha sottolineato il vescovo di Rieti, Domenico Pompili nell’omelia di ieri ad Amatrice – ribadisce don Soddu – dobbiamo sempre ricordarci che ‘il terremoto non uccide, ma uccidono le opere dell’uomo’. È necessario dunque uno sforzo collettivo di ricognizione e di revisione e un impegno individuale. Ciascuno nel proprio ambito, ma avendo presente la portata globale del compito». Don Soddu ha citato anche le parole del vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D’Ercole: «Il terremoto, come la malattia il dolore e la morte, possono strapparci tutto eccetto l’umile coraggio della fede». Caritas italiana invita a «rendere concreta una vera alleanza tra il pianeta e l’umanità: occorre un cambiamento degli stili di vita personali, ma anche un’incisiva azione collettiva, e una vigilanza costante». «In vista della colletta nazionale del 18 settembre, – ha aggiunto il direttore di Caritas italiana – alla luce anche del concomitante Congresso eucaristico nazionale, l’auspicio è che si moltiplichino le attività di animazione e sensibilizzazione delle comunità locali”. A questo proposito Caritas italiana pubblica un dossier con dati e testimonianze dal titolo “Per un’ecologia umana integrale. Salvare il pianeta, salvare i poveri, salvare l’umanità”. Dal 2008 al 2014 – si legge nel rapporto – oltre 157 milioni di persone sono state costrette a spostarsi per eventi meteorologici estremi. Tra le cause che costringono famiglie e comunità ad abbandonare le proprie abitazioni, soprattutto tempeste e alluvioni. Queste hanno rappresentato l’85% delle cause, seguite proprio dai terremoti. L’Asia è la regione al mondo più a rischio catastrofi: in quest’area si concentra il 70% di vite umane perse a causa dei disastri. Anche in Italia, precisa il dossier, è necessario “mettere in atto strategie di adattamento rispetto alle conseguenze dei cambiamenti del clima che sono già in corso” e “attivare una mobilitazione a tutti i livelli, dai cittadini alle municipalità, dalle regioni al governo nazionale, per mettere in campo azioni in risposta a queste sfide”. Il dossier riporta esempi di interventi realizzati in Asia, con un appello ai leader del G7 che si riuniranno in Italia nel maggio del 2017: “accelerare il percorso di ratifica e realizzazione degli impegni assunti con la conferenza sul clima di Parigi, del dicembre 2015 e partire dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs)” come “punto di partenza per un percorso di reale cambiamento negli attuali sistemi di vita e di produzione”.
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