sabato 16 febbraio 2013
​Chiesa ancora una volta in prima linea contro l'illegalità diffusa. Il cardinale Sepe:battaglia urgente per debellare soprusi e violazioni.
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​Quello della "terra dei fuochi" è un «problema nazionale e non solo regionale» che chiama «tutti alle proprie responsabilità», dalle istituzioni locali e nazionali fino a Confindustria. È un appello quello che sale dal convegno organizzato dalla diocesi di Caserta, dall’Istituto superiore di scienze religiose "S. Pietro", dalla Fondazione AdAstra e dall’Associazione Nugeca. Ancora una volta, come sottolinea il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe nel suo messaggio, «c’è una Chiesa attiva che protesta, che informa e educa che sollecita repressione e soluzioni, facendosi portavoce dei diritti e delle attese della gente». E che «vuole denunciare l’indifferenza delle istituzioni – aggiunge don Nicola Lombardi, direttore dell’Issr, a nome del vescovo di Caserta, Pietro Farina, che non ha potuto essere presente per motivi di salute –. Teniamo non solo alla salvezza dell’anima ma anche del corpo della nostra gente». Ma, avverte ancora il cardinale, è necessaria «una battaglia e una lotta contro la prepotenza, i soprusi e le violazioni della legge, una battaglia di legalità, di formazione e di informazione». Contro «la disonestà e la spregiudicatezza di quanti speculano», sullo sversamento illegale di rifiuti industriali «creando le loro fortune in spregio non solo alle leggi ma anche alla civile convivenza e ai diritti inviolabili di ciascuno e di tutti». Dunque «basta alle misure che non risolvono il problema». Non sono meno nette le parole del vescovo di Aversa, Angelo Spinillo. «Chi agisce per inquinare con uno smaltimento facile ed economicamente vantaggioso non è maturato nel suo essere umano». Proprio per questo, aggiunge il vicepresidente della Cei, «siamo ad una svolta epocale: deve cambiare il sistema di vivere e produrre, il valore primario non è la ricchezza, ma un tessuto di umanità che guardi in primo luogo alla vita. Quello che si produce non può poi essere dannoso, è un’incompiuta. È inaccettabile». Un fenomeno, denuncia, che «chiama in causa l’intera Nazione. Ma bisogna superare la sfiducia che fa dire "qui da noi le cose si fanno sempre male". È terribile!». Ricordando, avverte il cardinale di Napoli, che «quando si danneggia e si calpesta la natura, attentando alla salute e alla vita degli altri, si offende Dio e si fuori dalla società umana». «È una guerra – dice senza tanti giri di parole il sostituto procuratore generale, Donato Ceglie –. E non è solo camorra. C’è un’intera economia che si basa su questo sistema pensando così di tagliare i costi dello smaltimento. Affari a tutti i costi». Per questo propone una riflessione sul ripristino dell’arresto per chi scarica illegalmente. E anche l’introduzione dei reati ambientali nel Codice penale. Per una maggiore deterrenza. «Non è possibile che lungo l’asse mediano ogni piazzola di sosta sia una minidiscarica: 40 piazzole, 40 discariche che un’ora dopo essere state pulite sono nuovamente piene. E si rischiano solo 50 euro di multa e neanche il sequestro del camioncino». Ma, denuncia Enrico Fontana di Legambiente, «non ho ancora sentito un rappresentante di Confindustria chiedere scusa e impegnarsi perché non succeda più e per risanare». Serve, invece, «un fondo nazionale per bonificare la discariche "orfane" con fondi del mondo dell’impresa». Inoltre, accusa, «mentre il ministro dell’Interno nomina un commissario antiroghi a conferma della gravità della situazione, il ministero dell’Ambiente, con un decreto "fantasma", ancora non pubblicato, declassa questa e l’area dell’Agro Aversano-Litorale Domitio da sito di interesse nazionale da bonificare a sito regionale, senza neanche un euro». E proprio il commissario, Donato Cafagna, illustra le sue prime iniziative contro «un fenomeno subdolo e devastante per salute, ambiente e economia», spiegando che sta «provando a mettere a sistema le iniziative di contrasto, partendo dal basso, ragionando con le risorse che abbiamo». Combattendo contro «comportamenti omertosi, sudditanza, in zone grigie», richiamando «alla responsabilità in primo luogo gli enti locali». Ma «operando nel rispetto rigoroso della legge perché quando nel passato si è agito in deroga sappiamo quello che è successo…». E il riferimento è ai lunghi commissariamenti che ha conosciuto la Campania con non pochi scandali.
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