martedì 21 giugno 2022
Lunedì prossimo il vescovo di Acerra, Di Donna, ragionerà sull'ipotesi della quarta linea di inceneritore nella città campana. "No a una visione miope"
Un'immagine dell'impianto di Acerra

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«Perplessità» rispetto a una quarta linea che potenzierebbe l’unico inceneritore della Campania, inaugurato 13 anni fa in una della città-simbolo del disastro Terra dei fuochi: Acerra. E, più in generale, rispetto a «una politica di gestione dei rifiuti che dimostra di essere rimasta in questi anni prigioniera e succube della logica dell’emergenza e della pressione economica, dentro una visione miope e fallimentare di sviluppo». È quanto sostiene il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, nell’annunciare l’incontro “La quarta linea dell’inceneritore. Quale destino per Acerra?”, che si terrà lunedì prossimo alle 19 nel chiostro del Seminario. Secondo Di Donna, rispondere alle necessità della Campania in materia di smaltimento dei rifiuti con una quarta linea nell’inceneritore produrrebbe «l’unico risultato di mettere ai margini la vera vocazione del territorio, mortificandone le ricchezze paesaggistiche, culturali e archeologiche. E lasciando indietro il vero motore dell’economia: l’agricoltura». Il 26 maggio scorso, fu il presidente della Regione Campania a parlare di una quarta linea nell’unico inceneritore della Campania. Altrimenti, disse, «avremo un problema drammatico di manutenzione sui forni. Ci hanno detto: “O vi preparate o sappiate che da qui a quattro o cinque anni noi dovremo chiudere temporaneamente due linee per la manutenzione ordinaria”. L’alternativa alla quarta linea – tagliò corto De Luca – è «avere i rifiuti per strada tra tre anni».

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