domenica 26 settembre 2010
La donna è in coma irreversibile per un tumore. Edil, 28 anni, era stata portata in Italia dalla Somalia apposta per le cure. Purtroppo inutili.
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Nuovi esami clinici verranno svolti domattina, sempre che la situazione non si complichi irrimediabilmente prima. Il rischio più immediato potrebbe essere il distacco della placenta. Non è da escludere la crescita rallentata del feto. E poi c’è quello che l’intero metabolismo del corpo vada in tilt, compromettendo anche la vita della nascitura. Per questa ragione il corpo di Edil viene monitorato ogni secondo in stato di coma irreversibile, ma verrà tenuta in vita fino al parto della sua bambina. Edil, una donna somala di 28 anni, è di fatto morta ormai da un mese, stroncata da una forma particolare di meningioma, un tumore al cervello. Si trova ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale Sant’Anna di Torino dopo che un delicato intervento di neurochirurgia alla testa nel vicino Cto non è riuscito a salvarle la vita. Si trova attaccata a monitor e respiratori e nel suo corpo vengono iniettati farmaci per tenere sotto controllo la pressione del sangue al solo scopo di condurla al parto. A prendere la delicata decisione è stato il personale medico del nosocomio infantile torinese, che, per la prima volta di fronte a un caso di coscienza del genere, ha deciso di continuare ad assisterla come se fosse viva al solo scopo di permettere alla bambina di venire al mondo. Dopodiché verranno staccate tutte le macchine, come da prassi.Per ora, in realtà, il feto non ha le garanzie di farcela a sopravvivere. Si trova alla ventisettesima settimana di gestazione e la prossima potrebbe essere quella decisiva. Non appena i medici lo riterranno possibile, infatti, scatterà il parto cesareo. Il tutto, ovviamente, ammesso che la situazione non precipiti. Edil era entrata in coma poche ore dopo l’intervento per decomprimere il cervello schiacciato dal grosso tumore. Non si trattava di un’immigrata: viveva in Africa col marito e, una volta saputo della malattia, aveva tentato un viaggio della speranza a Torino dove invece abita il cognato. Che la situazione fosse disperata, però, era stato subito chiaro. La grande massa tumorale che premeva nella testa della giovane l’aveva resa quasi completamente cieca. In sala operatoria i neurochirurghi erano riusciti ad abbassare lievemente il livello di compressione. La vista pareva averne ottenuto un beneficio, ma poi la situazione è precipitata col coma, diventato irreversibile, e con la morte cerebrale.Il personale dell’ospedale Sant’Anna, guidato dal primario di Anestesia e rianimazione Evelina Gollo, ha deciso di sottoporre a risonanza magnetica il feto prima di staccare le macchine. Il risultato non ha evidenziato nella nascitura alcun danno incompatibile con la vita. Così si è deciso di continuare con le terapie di sostegno, che sono utili alla bambina ma non alla madre.Anche se per ora la piccola ancora non può nascere e, in caso di emergenza, l’équipe sarebbe comunque costretta a un disperato intervento per salvarle la vita. La speranza è che, mantenendo l’equilibrio metabolico del corpo morto della madre, si riesca ad aiutarla a crescere di quel tanto che basti per consentirle di venire alla luce.
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