sabato 24 agosto 2013
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Le periferie dell’esistenza, il destino dell’uomo. Sono i temi che si intrecceranno l’anno prossimo nella 35ma edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli. Sono i temi, in realtà, su cui si è riflettuto, dibattuto e testimoniato nella settimana appena trascorsa, appuntamento numero 34, posto sotto l’insegna dell’"Emergenza Uomo". «Chiudiamo con un bilancio di 800mila presenze», annuncia Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione di cui il Meeting è espressione. «Un ottimo risultato – aggiunge –. Le previsioni della vigilia erano molto più pessimiste».Quando le si chiede se, dopo tre decenni abbondanti, la formula abbia bisogno di una qualche revisione, risponde che per adesso non ci sono cambiamenti in vista. Di sicuro, però, è in corso un’operazione di consolidamento, che il presidente della Fondazione riassume nelle categorie caratteristiche dell’esperienza di Comunione e Liberazione. «Già alla metà degli anni Settanta – ricorda – don Giussani ci invitava a non cedere alla tentazione dell’egemonia e a rafforzare invece lo stile della presenza. Nell’ultimo periodo le indicazioni di don Julián Carrón sono andate sempre più spesso in questa direzione, con i risultati che abbiamo potuto vedere nei giorni scorsi. Io stessa sono rimasta colpita dal susseguirsi di tante testimonianze provenienti da ogni ambito, dalla cultura alla quotidianità, fino alle responsabilità della politica».Fedeltà alla tradizione, dunque. Ma anche segnali di novità, niente affatto trascurabili. La formulazione del titolo della prossima edizione, per esempio, riprende alla lettera un’immagine centrale nel Magistero di papa Francesco: "Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo". Non è una scelta casuale: «Uno degli incontri più importanti del Meeting di quest’anno ha messo a tema la figura di Bergoglio – precisa Emilia Guarnieri –. Questa, del resto, è stata la prima edizione ad aprirsi con un suo messaggio, bellissimo. Francesco viene dall’America Latina, un mondo con cui Comunione e Liberazione ha da tempo legami molto forti. Pensando alla sua elezione, mi viene in mente quello che diceva spesso don Giussani, e cioè che il futuro della Chiesa era nei Paesi di lingua spagnola. Se ci piacerebbe invitare il Papa? Ci piacerebbe moltissimo».Insieme all’Occidente delle Americhe, ecco l’Oriente della Russia. «Anche il rapporto con l’ortodossia è una parte significativa nella storia di Comunione e Liberazione – sottolinea Emilia Guarnieri –. Le icone, i testi dei maestri spirituali, la grande letteratura e la testimonianza della Chiesa perseguitata sono elementi su cui don Giussani ha sempre attirato la nostra attenzione per educarci al senso del mistero. Quest’anno siamo riusciti a fare un passo ulteriore: la mostra, visitatissima, sui santi che hanno resistito durante il regime sovietico è stata realizzata direttamente dall’Università ortodossa di San Tichon, a Mosca. Un modo per ribadire il fatto che al Meeting l’incontro fra persone diverse è davvero possibile. Vede, da noi ortodossi e cattolici, cattolici e musulmani, musulmani ed ebrei non si limitano a tollerarsi, né a confrontarsi, ma imparano a stimarsi e così diventano amici. Questo è qualcosa di miracoloso, di cui siamo grati ogni volta». L’appello a favore dei cristiani perseguitati, lanciato dalla Fiera di Rimini e già sottoscritto da decine di migliaia di persone, nasceva da questa consapevolezza. L’anno prossimo, dal 24 al 30 agosto, ci si sposta in periferia, ma l’orizzonte di destino rimane immutato.
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