giovedì 10 gennaio 2019
Annuncio di Ponti, ma il ministero smentisce: solo una bozza. E sulle trivelle arriva lo stop ai permessi
Tav, l'analisi costi-benefici è pronta. Anzi no
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E' un giallo la conclusione dell’analisi costi/benefici sulla Tav Torino-Lione. Uno degli esperti nominati dal governo nella commissione incaricata di analizzare pro e contro dell’opera, il professor Marco Ponti, ha annunciato ieri che la documentazione è stata consegnata al governo. Ma il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture è intervenuto per precisare: «Il documento ricevuto dal professor Ponti e dalla sua task force è una bozza preliminare di analisi costi-benefici sul Tav Torino- Lione e che è allo studio della Struttura tecnica di missione del Mit per un vaglio di conformità rispetto alle deleghe affidate ai consulenti del ministero».

Il Mit ha spiegato inoltre «che l’analisi di carattere tecnico-econo-È mico e la parallela analisi giuridica andranno doverosamente condivise con la Francia, la Commissione Ue e in seno al governo, prima della loro pubblicazione». Intanto il ministro dello Sviluppo interviene su un’altra controversa questione che attiene ai cantieri, quella delle trivelle.

Con uno stop. È pronto infatti un emendamento al dl Semplificazioni che prevede, per un «termine massimo di tre anni», la sospensione dei «permessi di prospezione e di ricerca già rilasciati, nonché i procedimenti per il rilascio di nuovi permessi di prospezione o di ricerca o di coltivazione di idrocarburi». «Grazie a tale moratoria, sarà impedito il rilascio di circa 36 titoli attualmente pendenti, compresi i tre permessi rilasciati nel mar Ionio », annuncia il dicastero che fa capo a Di Maio. Lo scontro sull’analisi costi/benefici della Tav nasce dalle dichiarazioni di Ponti, esperto di Economia e Trasporti, noto in passato per le sue posizioni contrarie alla Tav.

«Abbiamo consegnato l’analisi, auspico che i dati escano e siano criticati il più presto possibile», ha detto in un confronto televisivo con il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, in prima linea per il sì alla Tav. «Io parlo con i numeri – ha sottolineato l’economista – non sarò mai No Tav a priori per motivi ideologici, altrimenti perderei totalmente la faccia. E l’analisi vale per tutta la collettività, per questo sono stati considerati anche i costi in carico alla Francia: oggi l’opera intera costa tra i 10,5 e gli 11 miliardi di euro». Chiamparino ha ribadito il costo per l’Italia: «Sulla base dell’accordo aggiornato nel 2017 - ha detto il presidente del Piemonte - è di 4 miliardi e 739 milioni, di cui 1,7 per la tratta nazionale. In ogni caso, dopo l’annuncio del professor Ponti non c’è più motivo di differire ancora la decisione sulla Torino- Lione. Sabato parteciperò alla manifestazione torinese Sì Tav per sottolineare la necessità, senza ulteriori indugi, di una decisione favorevole alla sua realizzazione».

La Confindustria piemontese chiede al governo di rivelare l’analisi costi/ benefici. «La decisione deve essere di carattere politico e strategico e guardare ai benefici che porterà al territorio per i prossimi 100 anni e al ruolo che si vuole assegnare al trasporto su rotaia». Mentre l’Api Torino, capofila del sistema di imprese che sostiene la realizzazione della nuova linea ferroviaria, accusa il governo di tenere «un comportamento vergognoso.

Continua ad allungare il brodo. C’è una legge dello Stato che va applicata - rimarca il presidente Corrado Alberto -. Se decidono di non fare la Torino-Lione, vadano in Parlamento e votino una nuova legge ». E se Chiamparino già tempo fa ha detto che il Piemonte è pronto a farsi carico di realizzare la Tav nel caso esca una fumata nera da Palazzo Chigi, sulla stessa lunghezza d’onda è Forza Italia Piemonte: se sarà no, siamo pronti alla Piemontexit delle infrastrutture ». E si decreterà «una frattura insanabile tra lo Stato e il Piemonte». Emendamento del Mise sospende per 36 mesi i lavori per nuove esplorazioni petrolifere Sabato a Torino altra manifestazione a favore dell’Alta velocità

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