mercoledì 5 marzo 2014
La versione definitiva del testo: con la nuova tassa resta valida la vecchia disciplina per l’esonero dal pagamento. Prima casa: l’aumento delle aliquote dello 0,8 per mille finalizzato a introdurre detrazioni «equivalenti» a quelle della vecchia Imu.
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Con l’introduzione della Ta­si non cambierà nulla ri­spetto alla vecchia Imu per gli e­difici dove operano le associa­zioni non profit, che restano e­senti dal pagamento così come gli edifici di culto. Il testo defini­tivo del decreto approvato ve­nerdì scorso dal Cdm, in via di pubblicazione sulla Gazzetta Uf- ficiale, tiene fede alle rassicura­zioni del governo e sgombra il campo dalle incertezze. Nel provvedimento si chiarisce in­fatti che non sono soggetti alla nuova tassa sui servizi comuna­li «i fabbricati destinati esclusi­vamente all’esercizio del culto» e quelli «destinati unicamente al­lo  svolgimento con modalità non commerciali di attività assisten­ziali, sanitarie, didattiche, ri­creative, ricettive, culturali». Nel caso poi nello stesso immobile si svolgano attività diverse l’e­senzione si applica «solo alla par­te che viene utilizzata per lo svol­gimento delle attività meritevo­li con modalità non commercia­li». Il decreto sulla Tasi, varato per permettere ai Comuni di intro­durre detrazioni, consente di au­mentare l’aliquota fino a un mas­simo dello 0,8 per mille, quota aggiuntiva che potrà essere ap­plicata alle prime abitazioni o a­gli altri immobili, oppure frazio­nata tra le diverse tipologie. L’au­mento della tassa è però con­sentito solo a condizione che ser­va a finanziare detrazioni con ef­fetti equivalenti a quelli previsti dall’Imu (imposta che prevede­va una detrazione base di 200 eu­ro più 50 euro per ogni figlio a ca­rico). In sostanza si introduce u­na clausola di salvaguardia per evitare che la nuova Tasi pesi più della vecchia Imu prima casa. Lo stesso decreto comprende anche le norme "salva-Roma". A fron­te di benefici economici per 600 milioni di euro, la Capitale dovrà presentare un piano triennale per il riequilibrio strutturale del bilancio sottoposto all’approva­zione del governo.  (N.P.)
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