lunedì 3 gennaio 2011
Il Tar della Lombardia ha bocciato la delibera della Regione che restingeva i tempi per ricorrere all'interruzione di gravidanza - fuori dai primi 90 giorni, in caso di grave pericolo per la salute della donna - a 22 settimane più 3  giorni, invece che a 24 settimane. Per il presidente della Regione, quello della Lombardia è un «atto di indirizzo» con cui  «non si impone una disciplina, ma si indicano a tutti gli ospedali le migliori pratiche definite in accordo con i migliori professionisti del settore»
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Il Tar della Lombardia ha bocciato la delibera della Regione che rendeva più restrittive le norme sull'aborto. Secondo il tribunale Amministrativo la disciplina, varata nel gennaio del 2008,  sarebbe "illegittima" perché in contrasto con la legge nazionale 194. A ricorrere ai giudici erano stati 8 medici sostenuti dalla Cgil Lombardia. In particolare la maggior discordanza con le norme nazionali riguardava i tempi per ricorrere all'interruzione di gravidanza, fuori dai primi 90 giorni in caso di grave pericolo per la salute della donna, prevista in 22 settimane più 3  giorni invece che in 24 settimane. Previsto anche l'obbligo per il ginecologo di avvalersi in questo caso di specialisti per accertare i pericoli che la donna avrebbe corso. Secondo il Tar sarebbe "del tutto illogico permettere che in materia così sensibile" come l'aborto, possano esserci discipline diverse da regione a regione. LA REPLICA DI FORMIGONIRoberto Formigoni ribadisce la sua posizione sulle norme lombarde in materia di aborto e replica: "Non cambia nulla". "Dopo la sentenza del Tar tutto rimane come prima negli ospedali lombardi - sostiene in una nota - perché le pratiche contestate dal Tar sono di puro buon senso e coerenti con le scoperte scientifiche degli ultimi anni. Tali pratiche sono già state adottate spontaneamente da anni dai ginecologi negli ospedali lombardi e continueranno a essere utilizzate". "Infatti, sbagliando - aggiunge - il Tar sostiene di aver annullato le linee guida. In realtà, l'atto della Lombardia era e resta un atto di indirizzo tutt'ora valido. La differenza è sostanziale perchè con l'atto di indirizzo non si impone una disciplina, ma si indicano a tutti gli ospedali lombardi le migliori pratiche definite in accordo con i migliori professionisti che operano in Lombardia, anche di diverso e opposto orientamento politico".
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