martedì 10 aprile 2018
Ai domiciliari sono finiti due medici dell'ospedale Pini e due del Galeazzi, oltre a un direttore sanitario. L'indagine della Guardia di Finanza ha portato in cella anche un imprenditore.
L'istituto ortopedico Galeazzi di Milano

L'istituto ortopedico Galeazzi di Milano

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Il Gaetano Pini è l’ospedale più facile del mondo!». Lo dice il corruttore finito in cella Tommaso Brenicci, 53 anni, che con le sue aziende ha venduto strumenti e macchinari per 2 due milioni 834mila euro, il 59% per cento delle forniture acquistate dalla struttura pubblica negli ultimi cinque anni. «Più facile, perché non ci sono gare, se sei amico di un chirurgo usi i prodotti che vuole, cioè è tutto libero, tutto libero!».

Il primo chirurgo di riferimento è stato per lui Giorgio Maria Calori, 60 anni, che apre la lista dei 5 finiti agli arresti domiciliari. Il secondo primario che regge la divisione di Chirurgia ortopedica riparativa, è Carlo Cucinello. Infine c’è Paola Navone, 59 anni Direttrice sanitaria. Al Pini, all’arresto in marzo 2017 di una altro eminente primario (Norberto Confalonieri, già rinviato a giudizio), si precipitò ad assicurare l’immediata introduzione del piano anticorruzione. Invece per il Gip «si operava per occultare le sue pregresse condotte illecite».

«Calori lo conosco da 30 anni, ma non è mica amico – racconta al telefono Brenicci – è un delinquente puro. Prende le stecche (anche) su quello che fa un altro». E «condiziona alcune scelte mediche al crescente bisogno di denaro e alle contingenti difficoltà finanziarie in cui versa», completa il gip Teresa De Pascale. Arriva a inventare una infezione inesistente per operare d’urgenza, di un piede a un’anziana paziente.

Calori «deteneva il 33% di una società britannica Its Limited riconducibile Brenicci dalla quale riceveva periodici pagamenti». Da Brenicci si fece pagare le spese di due congressi medici. Per la figlia Francesca si fece promettere uno stage dirottandole, intanto, una borsa Vuitton. Ma non bastava mai. Calori - sostiene l’imprenditore - gli aveva chiesto «150mila euro in prestito… È un po’ in difficoltà deve pagare il mutuo della casa… Gliene regalerò 20-30 dico ...se inizio a dargli i soldi poi te ne chiede altri. Ha comprato sta casa da 330 metri e ha speso 600mila euro per metterla a posto: prendono il marmo, il parquet a 500 euro al metro».

Carmine Cucciniello, il secondo primario, ha assicurato alla società di Brebicci la vendita di 475 ipotesi d’anca, per un importo di 588mila euro. Ha ricevuto "in cambio" periodici pagamenti in danaro. Al Galeazzi troviamo Carlo Romanò, primario di traumatologia ricostruttiva e delle infezioni osteoarticolari. Lavorava a stretto contato con Lorenzo Drago responsabile del laboratorio analisi. Insieme commercializzavano i prodotti del sistema diagnostico che avevano brevettato. Tutti e due i medici avevano - intestate alle mogli - il 25 per cento ciascuno dell’ennesima società riconducibili a Brenicci. In più c’erano 25mila euro ciascuno per consulenze.

Indagato l’ex magistrato Gustavo Cioppa, amico decennale e paziente di Calori, ma soprattutto ex sottosegretario alla presidenza nelle Regione retta da Maroni.



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