martedì 14 novembre 2017
Due anziani sono ricoverati in ospedale. Entrambi sono parenti di tre persone uccise dallo stesso metallo pesante. Nessuno riesce a capire come sia potuto succedere.
L'ospedale di Desio, dove sono ricoverate i due anziani intossicati

L'ospedale di Desio, dove sono ricoverate i due anziani intossicati

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Ancora due casi di avvelenamento da tallio in Lombardia. E il giallo si riapre. Una coppia di ottantenni, lui 83 anni, lei 81, sono ricoverati all'ospedale di Desio (Monza) per intossicazione causato da questo metallo pesante. L'uomo è in ospedale da lunedì con problemi respiratori e sintomi riconducibili all'intossicazione, mentre sua moglie è stata ricoverata questa mattina, anche lei con sintomi analoghi. Sono in condizioni giudicate stabili e stanno eseguendo la terapia del caso. La coppia è imparentata con un membro della famiglia brianzola intossicata da tallio e in cui sono morte tre persone il mese scorso.

Alessio Palma, 83 anni e Maria Lina Pedon, 81, sono infatti i suoceri di Domenico Del Zotto, di 55 anni, figlio di Giovanni Battista Del Zotto e Gioia Maria Pittana e fratello di Patrizia Del Zotto, deceduti i primi di ottobre in ospedale a Desio proprio per avvelenamento da tallio.

Le tre vittime, insieme a Laura Del Zotto, sorella di Patrizia e Domenico ed Enrico Ronchi (vedovo di Patrizia) e alla badante di famiglia Serafina Pogliani, anche loro avvelenate e attualmente ancora ricoverate in ospedale, erano stati tutti in vacanza nel cascinale di famiglia a Varmo (Udine), dove inizialmente si erano concentrate le indagini degli inquirenti, persuasi che il metallo pesante potesse trovarsi in qualche alimento o in alcuni escrementi animali all'interno della proprietà.

A quanto si è appreso, Palma e Pedon non sarebbero però mai andati a Varmo, particolare che sposterebbe definitivamente le
indagini sulle cause degli avvelenamenti a Nova Milanese, dove tutti quanti risiedono stabilmente.

Attesi dalla Procura di Monza, le indagini sono svolte dai carabinieri, gli esiti delle autopsie svolte sui corpi delle vittime, il fascicolo aperto è per omicidio colposo e lesioni contro ignoti. Nel casale di Varmo, in collaborazione con i militari di Latisana (Udine), l'autorità giudiziaria aveva sequestrato sacchi di patate, zuppe confezionate, filtri dell'aria e campionato la mansarda del casale infestata dai piccioni, sui cui sono stati svolti approfonditi test, tutti risultati al momento negativi.

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