sabato 8 marzo 2014
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Irap o Irpef. Aziende o lavoratori. La soluzione per il governo Renzi stenta ancora a delinearsi. Al momento c’è solo la promessa di una riduzione del cuneo fiscale di circa 10 miliardi, ma tutto sta a capire come e dove. Dove, cioè, concentrare il taglio, sempre che, come ha esplicitamente suggerito il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, lo si voglia effettivamente concentrare su un’unica voce, l’Irap o, appunto, l’Irpef. All’interno della maggioranza non tutti sono infatti d’accordo e anche tra le parti sociali le posizioni sono tutt’altro che univoche.Un taglio dell’Irap di 10 miliardi significherebbe, come spiegato da Renzi, una sforbiciata del 30%, anzi, qualcosa di più, considerando che su un gettito di 34,7 miliardi nel 2013, dai privati sono arrivati 24,8 miliardi. Confindustria non ha mai nascosto il suo pieno appoggio ad un taglio consistente del cuneo, bocciando il micro-taglio del governo Letta e sperando questa volta in una misura più incisiva.L’aumento del Pil che ne deriverebbe potrebbe avere un effetto positivo sui conti pubblici in termini di deficit, che va comunque messo a confronto con l’impatto di un aumento dei consumi legato al taglio invece dell’Irpef. Dare fiato ai lavoratori, così come chiedono i sindacati e la Confcommercio, potrebbe rilanciare i consumi. Non a caso nel 2013, con una spesa delle famiglie crollato del 2,6%, il Pil è arretrato dell’1,9%.L’ipotesi, per una riduzione del prelievo sulle buste paga, potrebbe essere quella di un alleggerimento sui redditi medio-bassi, con una riduzione di un punto delle prime due aliquote: quella del 23% che si paga ora fino al 15mila euro e quella del 27% che si versa fino a 28mila euro (con queste due aliquote pagano le tasse 34 milioni dei 41 milioni di contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi). Il costo sarebbe di circa 5 miliardi di euro. In questo modo, il taglio complessivo da 10 miliardi potrebbe essere spalmato sia sull’Irap sia sull’Irpef, così come caldeggiato dal Ncd di Angelino Alfano.
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