mercoledì 18 gennaio 2012
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​Al via le operazioni per disinnescare il rischio ambientale rappresentato dalle 2.200 tonnellate di combustibile pesante contenute in 21 cisterne e 180 tonnellate marine più leggere, ancora stivate nella nave Costa Concordia che giace inclinata su un lato, quasi all’imbocco del porto dell’Isola del Giglio, dalla tarda sera di venerdì 13 gennaio scorso. Occorrono dalle 2 alle 5 settimane per svuotare i serbatoi mentre sul destino della nave l’operazione è ritenuta di alta difficoltà e possono servire anche mesi.A dare il via all’attività sul combustibile, l’arrivo sull’isola del Parco dell’Arcipelago Toscano, del "pontone", la nave dotata delle attrezzature necessarie per preparare il travaso del combustibile come pompe e compressori, ma anche in grado di provvedere al preriscaldamento del combustibile che, secondo i tecnici, sarebbe ora troppo denso per via del freddo. Solo successivamente si potrà procedere alla rimozione del materiale che verrà stivato in una o più bettoline, navi adatte a contenere combustibile. Il pontone si chiama "Meloria" e viene da Piombino. Operazione non incompatibile con le attività dei soccorsi in corso.Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a più riprese ha chiesto tempi stretti per il piano combustibile ed entro 10 giorni il piano per rimuovere la nave annunciando che verrà chiesto lo stato di emergenza perché «abbiamo bisogno di procedere con urgenza, in tempi più brevi di quelli consentiti dalle procedure ordinarie». «Bisogna fare in fretta – ha detto il ministro – perché le condizioni meteoclimatiche stanno per cambiare e anche per evitare e per prevenire rischi ambientali, perché l’eventuale rottura di serbatoi avrebbe effetti difficilmente valutabili». Infatti, da venerdì è previsto un peggioramento del mare e l’arrivo di vento forte da maestrale. Clini è tornato quindi a parlare delle rotte. «Quello che sto proponendo e spero di realizzare nei prossimi giorni – ha detto – è un accordo con le compagnie di crociera, un piano di lavoro e di comportamenti e gestione delle rotte che favoriscano il turismo». Agire sulle distanze e sul monitoraggio delle rotte «aiuterà a scongiurare per sempre dei comportamenti inaccettabili e folli come quelli che si sono concentrati nella disgrazia accaduta alla Concordia», ha affermato il sottosegretario alle infrastrutture e trasporti, Guido Improta, giunto al Giglio su invito di Legambiente. Sul destino della nave invece le ipotesi sono ancora tutte aperte. E sulle azioni si è soffermato il presidente di Costa Crociere, Pier Luigi Foschi, che ha visitato l’isola per ringraziare il sindaco, i cittadini e le forze dell’ordine. Secondo Foschi ci sono da fronteggiare «i più alti livelli di difficoltà».«Dobbiamo evitare l’inquinamento e portare via questo gigante che è venuto a morire qua davanti». Per quanto riguarda i tempi per svuotare i serbatoi, si parla di un periodo da 2 a 5 settimane, hanno riferito i responsabili della divisione settore rimorchio, salvataggio e riparazioni del gruppo genovese Cambiaso Risso, rappresentante italiano della olandese Smit Salvage, incaricata di svuotare le cisterne. Intanto, intorno alla nave è prevista una cintura di barriere d’altura anti-inquinamento di 900 metri. A posizionarle i quattro mezzi del ministero dell’Ambiente che prevedono anche barriere costiere per proteggere le calette.
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