giovedì 20 ottobre 2022
L’ex assessore ai Lavori Pubblici respinge le accuse del sindaco di Palermo Lagalla: «Il progetto andava mandato a gara già in estate»
Il progetto dell'asilo nido intitolato a padre Pino Puglisi nel quartiere Brancaccio a Palermo

Il progetto dell'asilo nido intitolato a padre Pino Puglisi nel quartiere Brancaccio a Palermo - Centro Padre Nostro

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Botta e risposta sull’asilo nido di Brancaccio, a Palermo, che rischia di non venire alla luce, secondo quanto denunciato dal presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale. Un grido accorato, lanciato da quella porzione di città in cui il beato Pino Puglisi seminò la speranza, per raccontare ritardi e omissioni che mettono in crisi un’opera sorretta dalle persone di buona volontà. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, è intervenuto sulla questione: «Sull’asilo di Brancaccio questa amministrazione ha trovato un ritardo ingiustificabile per un’opera finanziata nel 2019 dalle risorse del Patto per Palermo. Sulla questione, già nei giorni scorsi, mi sono confrontato con gli uffici del Comune.

L’obiettivo è quello di fare di tutto per salvare quello che è un progetto di forte interesse per il Comune, provando a instaurare un canale ad hoc per questo progetto col ministero per la Coesione. Qualora tutto questo non fosse possibile, ci muoveremo e percorreremo tutte le strade possibili per trovare nuove fonti di finanziamento». Successivamente è arrivata la replica di Maria Prestigiacomo, già assessore ai Lavori pubblici nella giunta di Leoluca Orlando, chiamata in causa: « La precedente amministrazione ha ottenuto il finanziamento di 3,5 milioni, questo a dimostrazione dell’interessamento verso questa opera. Poi, purtroppo, ci sono stati gli aumenti dei prezziari regionali e quindi si è dovuto aggiornare più volte il prezziario per mandare a gara il progetto che è inserito nel Programma Triennale. La nuova amministrazione, insediatasi il 20 giugno, avrebbe potuto già mandare a gara il progetto. È facile scaricare sempre sulla precedente amministrazione quando ci sono problemi e fare passerella sulle questioni già risolte. In ogni caso sono gli uffici che propongono le procedure e non la politica».

Rimane, oltre le valutazioni sulla responsabilità, l’appello drammatico lanciato da Artale, tramite Avvenire: «Se entro il 31 dicembre non ci sarà l’aggiudicazione dell’appalto, il finanziamento salterà. E senza quei soldi dovremmo dire “addio” all’intero intervento. Don Pino non può essere morto invano. Affossare il suo asilo vuol dire offrire un assist alla malavita. Come aveva intuito padre Puglisi, per demolire lo zoccolo duro che alimenta la mentalità mafiosa occorre guardare ai bambini. Se tutto ciò non lo si intende fare, è bene ammettere con onestà che la lotta alla mafia non è un’urgenza. Perché non la si può demandare solo alle forze dell’ordine e alla magistratura. Insegnare fin da piccoli a dire “permesso”, “grazie” e “scusa”, come ricorda papa Francesco, significa impostare la vita nel segno del rispetto e della giustizia. Non basta solo continuare la caccia al super latitante Matteo Messina Denaro...».

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