martedì 13 ottobre 2020
Il nome della 39enne manager cagliaritana è emerso recentemente nelle indagini relative a una presunta appropriazione di fondi della Santa Sede
Il Tribunale vaticano sorvegliato dalla gendarmeria

Il Tribunale vaticano sorvegliato dalla gendarmeria - Archivio Ansa

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È stata arrestata a Milano Cecilia Marogna, 39enne manager cagliaritana il cui nome è emerso recentemente nelle indagini relative a una presunta appropriazione di fondi della Santa Sede. Marogna è stata bloccata a Milano dalla Guardia di finanza, che ha eseguito un mandato di cattura internazionale spiccato dall’Interpol su richiesta degli inquirenti vaticani, che procedono per peculato per distrazione di beni. Secondo alcune fonti investigative, all’arresto potrebbe ora seguire una richiesta di estradizione da parte della Città del Vaticano: al momento, sul piano giudiziario, tecnicamente Marogna è a disposizione del presidente della Corte d’appello milanese, che entro 48 ore dovrà prendere una decisione.

In base a ricostruzioni diffuse nei giorni scorsi su alcuni media, l’indagine fra le mura leonine punterebbe ad accertare l’utilizzo effettivo di fondi per mezzo milione di euro, ricevuti da Marogna attraverso bonifici dalla Santa Sede. Denaro versato, parrebbe, per supportare operazioni umanitarie in Asia e Africa e invece impiegato, è il sospetto di chi indaga, per metà dell’importo nell’acquisto di borse e altri beni di lusso. Secondo quanto ricostruito dall’agenzia Adnkronos, Marogna, presentatasi come esperta in relazioni diplomatiche e diplomazia parallela, sarebbe entrata in contatto col cardinale Giovanni Angelo Becciu nel 2016, proponendosi come mediatrice in crisi internazionali. Secondo quanto asserito da lei stessa, sarebbe stata anche in possesso dal 2017 di una lettera che la accreditava come «persona di fiducia» del cardinale. E avrebbe ricevuto il denaro in più tranche (tra dicembre 2018 e luglio 2019 sul conto corrente della «Logsic d.o.o.», società con sede a Lubiana (Slovenia) di cui è amministratrice: versamenti con causale «contributo per missione umanitaria». Secondo le prime risultanze investigative, tuttavia, di quei 500mila euro quasi 200mila sarebbero stati spesi in vestiti, ristoranti e accessori d’alta moda (fra cui 8mila euro da Chanel, 12mila euro da poltrona Frau, 2.200 da Prada, 1.400 da Tod’s). In seguito, inoltre, la «Logsic» si sarebbe rivelata una società “fantasma”: nel palazzo di Lubiana indicato come sede, inviati del programma «Le Iene» hanno trovato solo una casella postale (condivisa con altre cinque società) e un ufficio chiuso, senza nemmeno una targa.

Sulla vicenda il cardinale Becciu (al quale a fine settembre papa Francesco ha chiesto di rinunciare all’incarico di prefetto della Congregazione per le cause dei Santi e alle prerogative cardinalizie) ha fatto sapere, nei giorni scorsi, attraverso i suoi legali, che i contatti con Cecilia Marogna «attengono esclusivamente a questioni istituzionali».

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