martedì 9 aprile 2019
Le motivazioni della sentenza con la quale la Cassazione ha annullato le assoluzioni di due giovani accusati di aver violentato una ragazza "troppo brutta"
Archivio Ansa

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C'era bisogno di metterlo nero su bianco, nel 2019, dopo una sentenza come quella di Ancona. Che – va ricordato – aveva assolto due giovani accusati di stupro sulla base dell’eccessiva «mascolinità» dell’aspetto della loro vittima. E così la Cassazione lo ha sancito una volta per tutte: l’aspetto fisico di una donna che racconta d’essere stata violentata è del tutto «irrilevante» e si tratta di un «elemento non decisivo» per valutare la credibilità della sua denuncia.

Con queste motivazioni, dunque, sono state annullate con rinvio le assoluzioni dei due giovani sudamericani accusati di aver stuprato una ragazza peruviana a Senigallia il 9 marzo 2013. A considerarli innocenti era stata la Corte di Appello di Ancona nel novembre del 2017, con un verdetto che faceva riferimento appunto all’aspetto «mascolino» della ragazza e addirittura al suo essere «troppo brutta» per minare la sua credibilità.

Secondo gli ermellini, i giudici di merito si sarebbero basati su una «incondizionata accettazione» della narrazione dei fatti proposta dalla difesa degli imputati mentre non è stato fatto alcun «serio raffronto critico» con il verdetto di condanna emesso in primo grado. Rileva ancora la Cassazione, inoltre, che senza il necessario «supporto probatorio» le dichiarazioni dei due imputati sul consenso al rapporto sessuale sono state prese per buone a fronte della brutalità del rapporto, in seguito al quale la ragazza si è dovuta sottoporre a intervento chirurgico e trasfusione. Una superficialità più che mai sconvolgente, se si pensa che a comporre il collegio di Ancona c’erano anche due giudici donna. La vicenda sarà riesaminata nell’appello bis dai magistrati di Perugia.

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