sabato 26 agosto 2017
Nata 24 anni fa a Casablanca, vive in Italia da 21
«Studiamo e lavoriamo, eppure siamo figli illegittimi»
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La ventiquattrenne Soukaina Didi si presenta come Simona. Ha vissuto fino i 3 anni a Casablanca ma del Marocco non ha ricordi («E in arabo so dire cous cous e poco altro»). Ne ha invece di mezza Italia, poiché la ragazza è cresciuta tra Molise, Centro Italia, Veneto e Friuli: «Oggi – racconta – vivo a Trieste con il mio compagno Nicola, italiano da generazioni. Oltre che di lui, sono innamorata di questa fantastica città: anche oggi dal balcone di casa vedo un mare pazzesco».
All’arrivo in Italia, Simona è andata all’asilo dalle suore a Barbarano, in provincia di Vicenza. La madre, che si era separata dal marito e aveva tre figli da crescere, «ha fatto mille lavori: da aiutare gli anziani a zappare i campi». Quando ha finito le superiori tra Portogruaro (Venezia) e Lignano Sabbiadoro (Udine), la ragazza ha iniziato a lavorare come modella e barista nella località balneare friulana. «Mi è capitato – dice con rammarico – di dover rinunciare a lavori a Ibiza e Dubai perché non ho la cittadinanza italiana. Anche l’Inghilterra, dove avevo ricevuto delle offerte nel settore della moda, posso vederla solo con il binocolo». In passato Simona ha avuto anche qualche problema per i rinnovi del permesso di soggiorno: «Da neomaggiorenne lavoravo la sola stagione estiva e il guadagno non bastava per i documenti. Anche per la cittadinanza, che non ho potuto chiedere, il problema è stato lo stesso: un reddito non sufficiente negli anni passati, spesso solo perché i datori tendevano a pagarmi in nero». Per Simona non è giusto: «Tutto ciò che faccio nel quotidiano è legato all’Italia, dal modo di vivere a quello di pensare. Eppure siamo trattati come figli illegittimi, in attesa di riconoscimento, nel Paese in cui siamo cresciuti e inseriti pienamente».

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