sabato 13 marzo 2021
Dalle macerie del sisma del 2009 adesso rinasce un collegio di merito diffuso con 150 appartamenti, che ospitarono gli sfollati, per 600 universitari. Il sindaco Biondi: un'opportunità da una tragedia
Il progetto Case di Cese di Preturo (L'Aquila)

Il progetto Case di Cese di Preturo (L'Aquila)

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Hanno dato un tetto a molti terremotati dopo il sisma del 6 aprile 2009 e adesso diventeranno alloggio per studenti universitari meritevoli. Ed è così che dalle macerie a L’Aquila rinasce il più grande studentato d’Italia, un “collegio di merito” diffuso composto da 150 appartamenti (ricostruiti o ristrutturati) che potranno ospitare fino a 600 studenti che collegherà il centro alla periferia. Ed è la prima volta che una città di piccole dimensioni come il capoluogo d’Abruzzo (soprattutto una città che ancora paga il prezzo di un terremoto) fa nascere un collegio di merito unendo le forze in una Fondazione dei due atenei cittadini, ovvero l’università dell’Aquila e il Gran Sasso Science Institute (Gssi), e del Comune dell’Aquila, proprietario anche del patrimonio immobiliare costruito per ospitare gli sfollati (le casette e le new town). Il collegio che sarà intitolato a Ferrante d’Aragona, Ferdinando I - il monarca di Napoli che promosse l’atto istitutivo di uno “studium” aquilano sul finire del quindicesimo secolo­ - ospiterà studenti selezionati in base al merito, iscritti ai corsi dell’Università degli studi dell’Aquila, del Gssi, dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio di musica “Casella”.

I due centri accademici metteranno a disposizione le risorse finanziarie – oltre a fondi propri, c’è un contributo di 4 milioni e 300mila euro del Cipe nell’ambito dei sostegni Restart, istituiti per rilanciare l’attività culturale del cratere sismico aquilano del 2009 – mentre il Comune metterà a disposizione parte del suo ingente patrimonio immobiliare in comodato d’uso gratuito.

«L’amministrazione comunale – spiega il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi – si è ritrovata proprietaria di un quantitativo di alloggi esorbitante. La ricostruzione, per fortuna, è andata e sta andando avanti con una certa solerzia e, oggi, il nostro ente si ritrova proprietaria di case perfettamente ricostruite e per di più antisismiche».

Un patrimonio immobiliare enorme, uno dei più imponenti d’Italia che l’amministrazione comunale, nel corso degli ultimi anni, ha messo a frutto mano mano che i cittadini rientravano nelle proprie abitazioni ricostruite. In tempo di Covid-19, ad esempio ne ha assegnati una parte a beneficio degli operatori sanitari che lavorano con orari estenuanti nell’ospedale della città; ha sottoscritto convenzioni con esercito, forze dell’ordine e di pubblica sicurezza per consentire a militari, agenti e addetti a funzioni di vigilanza e controllo di avere un alloggio all’Aquila nel caso provengano fuori sede; ha favorito l’allestimento di sedi di associazioni, in particolare per quelle di carattere sociale e dedicate all’assistenza, soprattutto per disabili e per affetti da autismo.

Ora si pensa anche alla vocazione universitaria della città, tentando di riattrarre sempre più studenti in città sin dal prossimo anno accademico. In sostanza, «l’amministrazione comunale ha fatto sì che, dalle conseguenze di una tragedia – quella del terremoto del 6 aprile 2009, di cui tra pochi giorni ricorreranno i 12 anni – sia stata colta una significativa opportunità», conclude il primo cittadino, recuperando e valorizzando il patrimonio immobiliare costruito o ricostruito, «per dare significato e concretezza al rilancio complessivo della città e del suo territorio e per accrescerne l’immagine».

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