martedì 12 giugno 2012
La lettera del segretario dei Democratici in occasione del "Gay pride", in cui si schierava anche per testamento biologico e divorzio breve, rischia di rompere l’equilibrio interno. Insofferenza tra i moderati del partito: «Iniziativa personale legata alla sfida per la leadership». Freddezza e fastidio anche tra i centristi.
Fioroni: «Altre le priorità, il segretario rifletta, o alle primarie potrei correre anch'io» di Arturo Celletti
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C’è insofferenza nel Pd. La lettera inviata dal segretario per il gay pride della scorsa settimana ha suscitato parecchio disagio nell’area moderata, scavalcata da un’iniziativa «personale», legata – è la diffusa convinzione - alla sfida per le primarie. Pier Luigi Bersani si è messo in pista nella Direzione di venerdì. Nello stesso vertice, però, il leader democratico aveva aperto ancora una volta alle alleanze al centro. Per questo proprio tra gli ex popolari serpeggia il malcontento per aver offerto il fianco agli avversari del Pdl, altrettanto interessati a stringere un patto con l’Udc.Per ora la polemica resta latente. Gli occhi sono puntati sul partito di Pier Ferdinando Casini, dal quale arriva solo la dichiarazione del presidente Rocco Buttiglione, deciso a non marcare una differenza così eclatante. La priorità dell’Udc, aveva detto a nome del partito rispetto ai diritti delle coppie omosessuali, resta la famiglia. Mentre ieri, lo stesso vicepresidente della Camera faceva notare a Bersani che un candidato leader di coalizione deve «lasciar fuori» argomenti dai risvolti così delicati, «eccetto poche cose ragionevoli» riguardanti i diritti delle persone. Senza neanche prendere in considerazione i temi della vita e della morte.Su questi, infatti, non tace Luisa Santolini: non si discute, restano «valori non negoziabili». Mentre – per la parlamentare udc – dovrebbe far riflettere l’incontro di Milano, che ha mostrato la «priorità» delle famiglie «in difficoltà per la crisi», in una fase in cui il resto passa sicuramente in secondo piano.«Un problema che noi sappiamo perfettamente che esiste», si inserisce dal Pdl Gaetano Quagliariello: «In quelle materie c’è un abisso tra noi e il Pd. E anche tra il Pd e l’Udc. O l’Udc – dice sarcastico il vicecapogruppo pidiellino – ritiene che sia una sovrastruttura se l’alleanza è costruita sulla roccia?».Insomma, Bersani rispolvera argomenti che piacciono senz’altro a Nichi Vendola, con cui potrebbe raggiungere un accordo in vista delle primarie. Ma che i democratici moderati avrebbero volentieri lasciato nel cassetto. Per ora, però, quasi nessuno intende esporsi, rischiando di alimentare la polemica, in una fase difficile di costruzione delle alleanze. C’è chi si dice certo che il segretario non avesse calcolato a sufficienza la portata delle reazioni di un rilancio delle coppie gay. E chi invece non vede un passo più lungo di quanto non si fosse già fatto con la proposta dei Dico. Senza comunque nascondere il disagio per aver riaperto diversi capitoli tanto delicati da toccare le coscienze. Nella lettera di Bersani, infatti, non ci sono solo le coppie gay, ma anche il divorzio breve e il testamento biologico.Cerca allora di trovare un equilibrio Marco Follini: «Bisogna evitare una disputa ideologica e capire se si tratta di riconoscere alcuni diritti civili e sociali. Ma evitando di chiedere l’equiparazione delle coppie di fatto alla famiglia».Un «equilibrio» che non interessa affatto, però, all’altra fetta del Pd. Anzi. Ignazio Marino è pronto a battere il ferro finché è caldo e annuncia «entro 8 giorni» un testo «in Senato per la piena parità dei diritti che di fatto riprende il modello delle "civil partnership" inglesi», per estendere a tutte le coppie, a prescindere dal genere, gli stessi diritti offerti alle coppie sposate. Un progetto che trova il consenso pieno di tutta l’area liberal del Pd, conferma Enzo Bianco.
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