giovedì 12 maggio 2016
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CATANIA Il Ferragosto del 2015 va tristemente ricordato per la strage in mare che costò la vita a 49 migranti morti assassinati - secondo l’accusa - perché costretti con la violenza a restare chiusi nella stiva di una carretta del mare che ne trasportava altri 313. Inizia oggi a Catania il processo con rito abbreviato, davanti al Gup Giovanni Cariolo, per tre dei presunti otto scafisti del peschereccio soccorso dalla nave militare 'Cigala Fulgosi' quell’estate nel Canale di Sicilia. I sopravvissuti, insieme ai corpi senza vita, giunsero nel porto del capoluogo etneo il 17 agosto sulla nave norvegese 'Siem Pilot'. Le accuse a carico degli imputati sono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed omicidio; gli otto arrestati grazie alle indagini della Polizia di Stato e della Guardia di finanza sono: Mohamed Assayd, libico di 19 anni, il marocchino Mustapha Saaid e il tunisino Mohamed Ali Chouchane - forse il comandante del mezzo - entrambi di 24 anni. Gli altri presunti componenti, a processo con rito ordinario, sono: i libici Tarek Jomaa Laamami di 20 anni, Hamad Abdelkarim di 21, Al Monsiff di 19, il marocchino Isham Beddat di 31 e il siriano Mohannad Jarkess di 21. Secondo l’accusa avrebbero colpito con calci, pugni e l’utilizzo di cinghie ferrate i migranti nella stiva, bloccando con i loro corpi le aperture che avrebbero permesso il passaggio al ponte superiore dei viaggiatori, provocando così il decesso per mancanza di ossigeno. Marco Pappalardo © RIPRODUZIONE RISERVATA
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