lunedì 10 dicembre 2018
Testimoni l'hanno individuato come il ragazzo che avrebbe spruzzato spray urticante. Non è iscritto nel registro degli indagati. Messaggio dei vescovi delle Marche
Fermo immagine da un video diffuso da Sky24: secondo alcuni testimoni il ragazzo con il cappellino nero avrebbe spruzzato uno spray urticante che avrebbe scatenato il panico (Ansa)

Fermo immagine da un video diffuso da Sky24: secondo alcuni testimoni il ragazzo con il cappellino nero avrebbe spruzzato uno spray urticante che avrebbe scatenato il panico (Ansa)

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«Numerose decine di persone sono concordi nel dire che all'improvviso è stato cosparso qualcosa nell'aria. A terra è stata trovata una bomboletta di spray al peperoncino. Questo ci induce a pensare che sia una possibile concausa dello spargimento della sostanza irritante, ma non esclude che ce ne possano essere state altre». Lo ha detto Giovanna Leboroni, procuratore per i minori delle Marche, in conferenza stampa ad Ancona a proposito della tragedia nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, dove nella notte tra venerdì e sabato sono morti nella calca 5 adolescenti e una giovane madre. Il procuratore ha confermato che «c'è un minorenne indagato, ma è solo un atto dovuto perché è tutto da vedere».

I carabinieri avrebbero trovato nell'appartamento in cui vive il minore, in provincia di Ancona, due etti di droga. Decine di testimoni l'avrebbero inoltre individuato come il ragazzo che, con una bomboletta spray, avrebbe diffuso una sostanza con cui ha scatenato il panico all'interno della sala dove il pubblico attendeva il trapper Sfera Ebbasta, la cui performance sembra dovesse iniziare alle 22 del venerdì e che all'1 di sabato notte non era ancora cominciata.

Altre 2 persone sono state fermate. Anche nei loro confronti per il momento l'accusa ipotizzata è quella di possesso di droga. Tra le ipotesi, quella che alla Locanda Azzurra fosse presente una banda di giovani dedita alle rapine nei confronti di coetanei e che potrebbe aver utilizzato lo stratagemma dello spray urticante per coprirsi la fuga.

I militari stanno raccogliendo altre testimonianze utili a chiudere il cerchio attorno a chi ha scatenato il panico all'interno del locale, per accertarne il movente («per rubare una catenina», ha riferito Marco Cecchini, uno dei dj del locale e figlio di uno dei gestori), se abbia agito da solo e se la sostanza urticante respirata dai giovani in sala sia stata l'unica causa scatenante che, come hanno riferito i testimoni, ha reso l'aria irrespirabile.

Sette ricoverati in rianimazione

Migliorano intanto le condizioni di 4 dei sette giovani ricoverati. È quanto trapela dall'ospedale regionale di Torrette di Ancona, dove sono arrivati in codice rosso. Tra i ragazzi in miglioramento c'è una giovanissima che domenica è uscita dal coma farmacologico a cui era stata indotta e ha cominciato a respirare autonomamente, come ha riferito la mamma. Tutti i feriti, di età compresa tra 14 e 20 anni, continuano a essere ricoverati nel reparto di rianimazione: per tre di loro, i medici parlano ancora di condizioni critiche ma stabili.

Un ottavo paziente, che era stato accettato con codice rosso e trattenuto in osservazione intensiva nella mattinata dell'8 dicembre, è stato dimesso ieri pomeriggio, così come i due codici verdi accolti ieri.

I biglietti, le presenze, la sicurezza: tutti i punti da chiarire

Chi e perché ha scatenato il panico all'interno del locale, qual era la sostanza che ha reso l'aria irrespirabile, quante erano effettivamente le presenze all'interno della sala dove si sarebbe esibito Sfera Ebbasta, se c'è stato il rispetto di tutte le misure di sicurezza previste dalle norme per gli spettacoli pubblici, perché il trapper atteso per la tarda serata dai suoi giovani fan marchigiani all'1 della notte non era ancora arrivato a Corinaldo. Sono i principali interrogativi che stanno dietro l'inchiesta su quanto è accaduto, nella notte tra venerdì e sabato scorso, nel Lanterna Azzurra Clubbing.

L'inchiesta coinvolge soprattutto minorenni, molti dei quali ancora sotto choc, chiamati a fornire agli inquirenti gli elementi per ricostruire fatti e responsabilità. Nella ricostruzione hanno un valore video e immagini riprese dai ragazzini all'interno del locale, ai quali sono tornati ad appellarsi gli inquirenti perché consegnino tutti i materiali utili. Gli esperti dubitano che una sola bomboletta di spray urticante - peraltro ritrovata e sequestrata - possa aver fatto diventare l'aria irrespirabile tanto da spingere i presenti alla fuga.

I vescovi delle Marche: la questione educativa è priorità assoluta

I vescovi delle Marche, con un comunicato ufficiale, esprimono vicinanza alle famiglie delle vittime e indicano l'urgenza di affrontare la questione educativa, che chiama in causa scuola, famiglie e comunità cristiana. Ecco il testo del messaggio.

«Noi Vescovi delle chiese che sono nelle Marche, esprimiamo viva compartecipazione alle famiglie colpite dalla tragedia del 7 dicembre scorso nella discoteca di Corinaldo, e che ha fatto registrare la morte di sei persone, cinque delle quali giovanissime più una giovane mamma, e numerosi feriti, alcuni dei quali molto gravi. Non ci nascondiamo le eventuali responsabilità che vanno rigorosamente accertate. Non si può accettare che giovani vite vengano stroncate da fatti simili. Ribadiamo anche in questa occasione la nostra ferma convinzione della necessità di sviluppare una cultura di difesa e di promozione della vita, come dono da custodire e da sviluppare. Ci appelliamo inoltre a tutti i soggetti educativi, in particolare alla famiglia, alla scuola ed alla comunità cristiana affinché sappiano affrontare la questione educativa come assoluta priorità del momento che viviamo e come premessa per il futuro che ci attende. Affidiamo alla preghiera le vittime, le loro famiglie e tutte le persone toccate da questo tragico evento, perché la luce della fede le guidi anche in questa difficile situazione. Per tutti chiediamo l’intercessione della Madonna di Loreto».

INTERVISTA Il cardinale Menichelli: «Non si può giocare con la vita» di Paolo Viana, inviato ad Ancona

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