domenica 25 luglio 2010
Continuano le iniziative politiche per ottenere un marcia indietro da parte del Governo Intanto centinaia di giornali sono costretti a ridimensionare la propria attività o rischiano addirittura la chiusura. Particolarmente in difficoltà le pubblicazioni legate all’associazionismo, che rivestono un importante ruolo sociale ed educativo.
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Gli ultimi appelli sono di ieri. Alcuni parlamentari di opposizione, fra i quali Giorgio Merlo, Beppe Giulietti e Vincenzo Vita, sono tornati a bussare alle porte del governo in favore dell’editoria minore, ridotta allo stremo dal "delittuoso" decreto col quale sono state abolite le tariffe postali agevolate per quotidiani, settimanali, periodici e libri.Architetto di questo attacco frontale alla libera informazione è il ministero dell’Economia, che nello sforzo di recuperare risorse per far fronte alla crisi ha scelto di raccogliere le briciole (eliminazione dei contributi postali e taglio del 50% dei contributi diretti all’editoria), senza considerare se così facendo si mettono in crisi centinaia di testate giornalistiche, con negativi ritorni economici, in termini di occupazione e investimenti, certamente maggiori dei risparmi messi a bilancio. Per non dire del colpo mortale che viene inferto alla libertà di informazione nel nostro Paese. A soffrire di più sono infatti le voci libere strettamente legate al territorio come i settimanali diocesani e i periodici di informazione delle associazioni e del non profit che nei loro settori specifici costituiscono le uniche voci. Al danno del decreto si aggiunge quello di una interminabile trattativa fra Poste ed editori, che per giungere a un accordo avrebbe bisogno di una sponda governativa che, sebbene sollecitata da metà Parlamento, non arriva. Anche i 30 milioni promessi dal governo per ripristinare parzialmente le tariffe agevolate all’editoria non profit non si sono mai visti. Ci sono intanto centinaia di realtà socialmente e culturalmente vitali, che non potendo far fronte alla moltiplicazione dei costi tagliano la foliazione e i collaboratori, si trasformano da settimanali in mensili, da mensili in quadrimestrali in attesa di un aiuto pubblico che dovrebbe essere un dovere costituzionale.
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