venerdì 25 ottobre 2013
Davide Vannoni e Mario Andolina, promotori del discusso metodo recentemente bocciato, replicano alle accuse di inaffidabilità parlando di pazienti «migliorati» grazie alla cura praticata a Brescia. Ma dalla commissione scientifica incaricata di monitorare la contestata terapia arriva la richiesta di trasparenza.
EDITORIALE Sì, la cura è un diritto di Assuntina Morresi
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Le parole «guarigione» e «cura» non sono mai state pronunciate. Ma Davide Vannoni e Marino Andolina nel presentare ieri a Roma alcuni risultati del metodo Stamina hanno preferito usare una perifrasi: «Non costituiscono dati scientifici ma dati concreti che indicano un miglioramento delle condizioni generali di salute». Aprendo la conferenza stampa convocata per confutare le dichiarazioni secondo cui i pazienti trattati con le sue discusse cellule staminali presso gli Spedali Civili di Brescia non avevano mostrato effetti positivi, Vannoni ha parlato di «uno scatto di orgoglio» nel voler presentare «i nostri risultati» che, ha sottolineato, «sono molto più completi di quelli contenuti nelle cartelle degli Spedali Civili che hanno iniziato a essere meno approfondite dopo il blocco imposto dall’Agenzia italiana del farmaco» (Aifa). Il presidente di Stamina ha denunciato la mancanza di esami strumentali nelle cartelle cliniche ospedaliere. Esami che non vengono più effettuati perché «i pazienti vengono imposti alla struttura dai giudici». Tali controlli, secondo Vannoni essenziali dopo le infusioni di cellule staminali per poter valutare lo stato di avanzamento della malattia e l’efficacia del trattamento, si sono dovuti svolgere presso medici e strutture esterni. I risultati del trattamento su 34 pazienti, di cui molti bambini, sono stati illustrati dal neurologo e medico legale definito "indipendente" Massimo Sher, che ha redatto una relazione tecnica di verifica sulla sicurezza ed efficacia del metodo Stamina. Otto le patologie prese in esame, tutte differenti tra loro: leucodistrofia, Niemann Pick, paralisi cerebrale infantile, Parkinson, sclerosi multipla, sindrome Sandhoff, Sla, Sma 1 e 3. «Sono stati analizzati tutti i dati clinici – ha affermato Sher –, le cartelle, le relazioni mediche e i certificati, i referti degli accertamenti strumentali, come tac ed ecografie, forniti dai pazienti sottoposti a visita neurologica a domicilio o in ospedale». Sher ha presentato i dati relativi ai progressi dei pazienti presi in esame, elencando una serie di miglioramenti nei singoli casi, in cui è emerso «spesso un quadro stazionario o con evidenza di ripresa di funzioni vitali autonome come respirazione, nutrizione con deglutizione, comunicazione verbale e gestuale», funzioni «annullate dalla patologia o mai sviluppate per deficit innati o acquisiti».Il metodo Stamina è «un’illusione per i pazienti», ha replicato dal canto suo il genetista Bruno Dallapiccola, membro del comitato scientifico nominato dal ministro della Salute per la sperimentazione del metodo, sottolineando che «non si possono esprimere valutazioni su un protocollo che non ha basi di scientificità». Anche la biologa e senatrice a vita Elena Cattaneo non lesina le critiche: «Questa storia ha spaccato le comunità dei malati, ha mirato a distruggere la fiducia nella scienza e nella medicina, ad alterare i rapporti tra medico e paziente, ha esposto il nostro Paese allo stupore internazionale per l’incapacità di fronteggiare un caso tanto lampante di truffa sul quale anche la magistratura indaga». Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti e membro del Comitato scientifico di esperti, ha annunciato che il Ministero della Salute, in collaborazione con gli organi tecnici proposti, quindi Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Centro nazionale trapianti (Cnt) e Istituto superiore di sanità (Iss), «sta per iniziare un lavoro di visione diretta e completa di tutte le cartelle cliniche in possesso degli Spedali Civili di Brescia, che sono l’unica fonte certa per valutare i singoli casi. E non, sia chiaro, l’efficacia scientifica del trattamento, che è invalutabile attraverso l’esame dei singoli casi».
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