mercoledì 26 aprile 2017
Il medico promotore del metodo Stamina è stato fermato nella sua abitazione sulla collina torinese per pericolo di fuga. Nuova inchiesta della Procura
Vannoni in stato di fermo: cercava nuovi Paesi in cui esportare la «cura»
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Da questa mattina Davide Vannoni, promotore del metodo Stamina, è in stato di fermo. Ad eseguire il provvedimento i Nas dei Carabinieri che glielo hanno notificato nella sua abitazione sulla collina torinese. Notizia confermata dal suo legale, Liborio Cataliotti, che ha precisato che è stato il suo stesso assistito ad informarlo del nuovo provvedimento che sarebbe scattato per un pericolo di fuga. Il fermo è legato all'apertura di una nuova inchiesta sul metodo Stamina. Vannoni è accusato di associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità, truffa aggravata, somministrazione di farmaci non conformi alle attività di trattamento di gravi malattie neuro-degenerative. L'inchiesta della Procura di Torino è coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo e dal sostituto procuratore Alessandro Aghemo.

Vannoni stava per lasciare l'Italia. La procura della Repubblica, non potendo attendere la decisione sulla richiesta della custodia cautelare inoltrata al Gip, ne ha quindi ordinato il fermo, che è stato eseguito dai Nas. Vannoni cercava una nuova località estera, dove riprendere l'attività di Stamina, per la quale aveva patteggiato una condanna di sei mesi, con la condizionale, impegnandosi a rinunciare a qualsiasi iniziativa che gli permettesse di proseguire l'applicazione della controversa terapia. Dalle intercettazioni a cui il padre della metodica è stato sottoposto, dopo che lo scorso luglio si era diffusa la notizia che alcuni pazienti italiani si erano recati in Georgia per effettuare le infusioni, emergono infatti "persistenti e reiterati contatti volti a individuare una nuova località estera ove riprendere l'attività".

In Italia lo stop al metodo era arrivato dalle autorità giudiziarie e sanitarie, con due bocciature da parte di altrettanti comitati scientifici. Questa documentazione ha portato il governo georgiano, lo scorso dicembre, alla decisione di porre fine alle sue attività. Dopo che la procura di Torino aveva avviato l'inchiesta che oggi ha portato al fermo di Vannoni, la vicenda era nuovamente approdata anche sulla rivista scientifica Nature, che aveva lanciato l'allarme sul cosiddetto turismo delle staminalì.

Davide Vannoni, fermato oggi dai carabinieri del Nas, non avrebbe potuto esercitare la sua attività di medico (non è laureato in medicina ma in scienza della comunicazione) né somministrare la cura Stamina ai pazienti, in quanto il trattamento terapeutico da lui inventato non ha alcuna validità scientifica.

La vicenda del trattamento con terapia cellulare prodotta da Stamina Foundation ha origine almeno dieci anni fa: nel 2007, in un "sottoscala" di Torino, con tappe successive a San Marino e all'Irccs Burlo Garofolo di Trieste. Il caso Stamina arriva sotto i riflettori nel 2011. È in quell'anno che il controverso metodo utilizzato per trattare pazienti, in particolare bambini, con gravissime malattie e senza alternative arriva agli Spedali Civili di Brescia, struttura del servizio sanitario nazionale. In particolare vengono curati 12 pazienti: 8 bambini e quattro adulti. Si apre poi la battaglia scientifica e giudiziaria sull'uso della cura con gli esperti che a più riprese la definiscono inefficace e priva di fondamento e il ministro della Sanità che ne vieta la somministrazione.

Il 7 febbraio del 2014 Vannoni è stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere e truffa. Il processo si è concluso il 18 marzo del 2015: Vannoni ha patteggiato una pena di un anno di 10 mesi.

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