sabato 25 febbraio 2017
Elogi a Raggi anche dagli esponenti più critici, come Roberta Lombardi. Di Maio: non ci siamo inchinati ai palazzinari. E il presidente biancoceleste Lotito invoca la par condicio
M5s compatto: progetto ben fatto. Ora anche la Lazio vuole il suo impianto
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A Roma è risuonato il fischio d'inizio per il derby degli stadi. E la Roma è in vantaggio, dopo l'accordo siglato ieri tra la società, il Campidoglio e il costruttore Parnasi per l'impianto di Tor di Valle. Mentre il M5S si compatta sul progetto dello stadio dei giallorossi, il presidente della Lazio, Claudio Lotito allora si rivolge all'"arbitro" Virginia Raggi per chiedere di sbloccare per "par condicio" anche il progetto dello stadio per la sua società.


«Progetto ben fatto». A esultare per l'accordo raggiunto con la Roma è anche l'ala più ortodossa del M5S, da sempre critica verso il progetto e che ora parla di scempio evitato grazie alla sua azione. «Stracciato il progetto iniziale. Dimezzate le cubature extra-stadio. Nessun grattacielo. Questo è uno stadio fatto bene, brava Virginia Raggi», scrive oggi in un tweet la deputata Roberta Lombardi, rivale storica della sindaca e tra gli esponenti pentastellati più critici sul progetto del nuovo impianto a Tor Di Valle. «Quando lo Stato fa lo Stato non ci si inchina ai palazzinari», rivendica Luigi Di Maio. «Lo stadio si farà ma secondo le
nostre regole e principi», conclude. «Siamo la rivoluzione della normalità, quella che serve a Roma e che servirebbe al Paese intero», aggiunge Alessandro Di Battista. A livello del Campidoglio il capogruppo, Paolo Ferrara, certifica: «Virginia è una roccia e il gruppo è compatto». Esultanza che trova scettici gli esponenti dell'opposizione capitolina. Soprattutto sulla sostenibiltà del progetto per l'assenza di opere infrastrutturali e per la viabilità. «Come ci andranno gli spettatori allo stadio della Roma? In funivia?», ironizza l'esponente dem romano Giovanni Zannola.

Il pressing della Lazio. «La Lazio prende atto con piacere che sono state superate tutte le remore legate ai vincoli delle sovrintendenze e ai vincoli idrogeologici per la realizzazione dello Stadio della Roma», si legge in una nota della società di Formello. La società biancoceleste, che ha presentato anni fa un progetto per un impianto da costruire in zona Tiberina, si dice certa che l'amministrazione comunale «non creerà discriminazioni tra i cittadini romani in base alla fede calcistica» e che la sindaca consentirà di costruire uno stadio biancoceleste «secondo i propri criteri di localizzazione, di efficienza e di qualità». La Lazio rigetta lo «stratagemma» di una riqualificazione dello Stadio Flaminio «che non ha alcun requisito e condizione oggettiva per essere lo stadio della Lazio». Solo «la creazione dello stadio della prima squadra della capitale», conclude la dichiarazione con i toni della rivalità sportiva noti ai romani e non solo, «assevererà la volontà da parte delle istituzioni capitoline di intraprendere un percorso di innovazione in linea con i tempi, che proietti finalmente la nostra città, anche nel settore delle infrastrutture calcistiche, nella dimensione internazionale, cosi come sottolineato e richiesto dal Presidente Uefa, non più tardi di pochi giorni fa». Una partita che è appena iniziata e che durerà ben oltre 90 minuti. Solo per lo stadio appena sbloccato si stima che ci vorrà il 2019-2020.


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