mercoledì 16 ottobre 2013
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La quantità di cibo sprecata e persa in tutto il mondo è vertiginosa. Solo in Italia ogni anno finiscono nella pattumiera da 5 a 10 milioni di tonnellate di prodotti alimentari. E anche se la crisi ha ridotto notevolmente le cifre degli sprechi, ancora oggi le famiglie italiane buttano tra i rifiuti circa 28 euro al mese di alimenti commestibili. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione.Uno scandalo dal punto di vista economico ed etico, soprattutto se si pensa che nell'ultimo anno sono aumentate del 9 per cento le famiglie che hanno chiesto aiuto per mangiare - aggiunge la Cia -, per un totale di 3,7 milionidi persone assistite con pacchi alimentari e pasti gratuiti nelle mense. Ma a livello globale la situazione è ancora più drammatica, con ben 1,3 miliardi di tonnellate di cibo che finiscono in discarica, pari a un terzo della produzione totale. Alimenti che potrebbero essere usati in prospettiva per alimentare la popolazione mondiale in costante aumento e soprattutto per far fronte ai bisogni di chi soffre la fame e la malnutrizione.D'altra parte la vergognosa 'cultura dello scartò contro cui si è scagliato oggi anche Papa Francesco è una caratteristica dei Paesi ricchi - sottolinea la Cia -. Basti pensare che il valore pro-capite degli sprechi alimentari per consumatore in Europa e in Nord America si aggira tra i 95 e i 115 chili l'anno, mentre in Africa sub-sahariana e nel Sud-Est asiatico scende drasticamente tra i 6 e gli 11 chili annui a persona. C'è bisogno, quindi, di una maggiore consapevolezza da parte di tutti.
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