lunedì 4 febbraio 2019
Il fatto è avvenuto stamattina dopo una lite tra i due nel parcheggio del centro commerciale dove la signora, una quarantenne, si stava recando al lavoro. L'uomo è stato arrestato
Il piazzale del centro commerciale dove è avvenuto il fatto

Il piazzale del centro commerciale dove è avvenuto il fatto

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Una violenza inaudita e senza senso, un vortice di apparente follia che sembra inarrestabile. Questa mattina ci ha provato un 50enne a eliminare la sua ex compagna, appiccando il fuoco all’automobile nella quale lei si trovava e dove ha rischiato di morire bruciata.

Ancora un’atroce vendetta per una storia d’amore finita male, un gesto spietato e brutale compiuto perché non si accetta la fine di una relazione. Un femminicidio tentato, stavolta, però, perché Simona Rocca, 40 anni, commessa di un grande magazzino sulla tangenziale ovest di Vercelli, è ricoverata in gravissime condizioni al Cto di Torino per le gravi ustioni riportate. Non è fuori pericolo, resta in prognosi riservata, ma forse si salverà, dicono i medici. Si tratta della seconda orribile aggressione a una donna in soli due giorni, dopo quella, mortale, di sabato a Curno, nella Bergamasca, in cui Marisa Sartori, 25 anni, parrucchiera, è stata assassinata nella sua abitazione dal marito separato che nella furia omicida ha ferito anche la sorella della vittima. Il primo femminicidio del 2019, c’era stato il 15 gennaio a Serrara Fontana di Ischia, vittima la 43enne Renata Czesniak, accoltellata dal coniuge.

L’aggressore di Simona, Mario D’Uonno, un ex guardia giurata con precedenti per stalking, si è costituito in questura a Novara e adesso è in carcere: il pubblico ministero Davide Pretti lo ha interrogato nel pomeriggio. I fatti sarebbero questi, secondo una prima, sommaria ricostruzione: ieri verso le 10 dopo un acceso alterco in strada tra i due, l’uomo, preso dalla rabbia per l’ennesimo “no” alla richiesta di rimettersi insieme, ha deciso di seguire la quarantenne in macchina fino al parcheggio del centro commerciale dove lei lavora; una volta bloccata la vettura della signora, speronandola, il D’Uonno ha inveito contro di lei, l’ha insultata arrivando a picchiarla, finchè, accecato dall’ira, ha preso la tanica che custodiva nel cofano della sua vettura, ha lanciato il liquido infiammabile che essa conteneva sul tetto del veicolo dell’ex fidanzata e poi ha acceso il fuoco con un accendino. Il rogo è divampato in pochi secondi avvolgendo la donna, che stava per rientrare nell’abitacolo. Qualcuno tra i passanti ha chiamato il 118, i carabinieri e i vigili del fuoco.

La causa e lo svolgimento di questo tentato femminicidio sono simili agli altri casi del genere che la cronaca ha fin qui registrato: lui non si è rassegnato alla fine della relazione e ha deciso di sopprimere la donna che lo ha rifiutato, come se fosse un oggetto da possedere. Dopo due anni il loro rapporto si è incrinato e sono cominciati gli screzi, i litigi, le persecuzioni, le richieste di riavvicinamento e poi le minacce, le violenze, telefonate e messaggi a raffica, con le conseguenti, numerose denunce di lei alle forze dell’ordine. Simona, l’ennesima vittima di questo tipo di presunta “follia”, aveva chiesto aiuto ma non è stata mai ascoltata.
C’erano dei testimoni davanti all’ipermercato che hanno assistito alla scena da “far west” e che hanno raccontato tutto ai carabinieri e al magistrato che conduce le indagini. Per ricostruire con esattezza quanto accaduto, gli investigatori stanno vagliando anche le immagini registrate dalle telecamere fisse dei negozi che si affacciano sul piazzale del centro comerciale. Le bruciature sul 45% del corpo di Simona (il 10% di secondo grado, cioè estese sulla superficie della cute) interessano il volto, il collo, il dorso e le gambe. Se la donna se la caverà, come è probabile, lasceranno segni indelebili. Che si aggiungeranno a quelli psicologici, altrettanto pesanti. Intubata e sedata all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli, la 40enne è stata poco dopo trasportata in elicottero al Centro grandi ustionati del traumatologico torinese.

L’episodio rende ancora più urgente l’approvazione definitiva del cosiddetto “codice rosso” previsto nel disegno di legge discusso il 28 novembre scorso nel Consiglio dei ministri per garantire maggiore tutela alle donne vittime di violenza e rimasto ancora sulla carta: si tratta di una corsia preferenziale alle denunce. Questa sera si è svolta in città una fiaccolata di solidarietà per Simona Rocca: è partita alle ore 21 da corso Libertà e si è conclusa in piazza Cavour. Vi hanno partecipato centinaia di cittadini. Su facebook, anche l’Asl di Vercelli esprime solidarietà a Simona Rocca: «Lunedì mattina, nel nostro pronto soccorso, uomini ma anche donne, medici e infermieri, soccorrono un’altra donna. L’ennesima. Vittima di una violenza senza senso».

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