giovedì 11 aprile 2013
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Ha ascoltato per due giorni il gruppo della Camera («Il più grande dopo quello della Dc») e la linea che emerge è «univoca», assicura il presidente dei deputati democratici Roberto Speranza: «Siamo fermi a quanto votato dalla Direzione che ha dato il mandato a Bersani». Ma molte cose sono cambiate, il preincarico è stato fallimentare e Bersani ha visto Berlusconi, considerato di fatto il grande ostacolo al governissimo.È possibile scendere a patti con il Cavaliere?Oggi c’è la necessità di costruire una condivisione sull’elezione del presidente della Repubblica. Il primo punto è il rispetto della Costituzione, che dice che nelle prime tre votazioni c’è bisogno dei due terzi dei voti, che equivale a una convergenza larga. La nostra proposta è che si costruisca un’intesa altrettanto larga anche sulle riforme costituzionali, chiamando il Pdl e altre forze a piena responsabilità su questo. Mentre il governissimo Pd-Pdl non sarebbe una risposta adeguata alla richiesta di cambiamento emersa con questo voto.Per il Pdl il discorso è esattamente opposto.Noi abbiamo bisogno di un governo che in maniera univoca provi a costruire risposte ai grandi problemi del Paese.Un accordo apre la strada all’incarico a Bersani?Non legherei le cose in maniera così automatica. I passi vanno fatti uno alla volta e sarà il prossimo presidente della Repubblica a valutare come superare la crisi.Bersani resta il vostro candidato?Bersani è il leader della coalizione di centrosinistra che ha la maggioranza assoluta alla Camera e la maggioranza relativa al Senato.Ma che cosa è cambiato rispetto al preincarico?Oggi serve una responsabilità condivisa, come è avvenuto in altri momenti della nostra storia, penso al 1976, quando le principali forze politiche del tempo seppero mettere l’interesse del Paese davanti a tutto.Sarebbe stato diverso senza Berlusconi?Penso che dobbiamo rispettare la scelta dei cittadini che lo hanno votato. È chiaro che il giudizio storico su Berlusconi per noi non cambia.Berlusconi pare che non si fidi dell’accordo. Avete due posizioni lontanissime. Da qui al 18 è possibile trovare un’intesa?Sul presidente della Repubblica non mi pare impossibile.E sul governo?Le due cose non sono legate.Per il Pdl sì.Al momento si è parlato solo del presidente della Repubblica. E riscontro con favore che anche il Pdl è disponibile a cercare una personalità condivisa per il Quirinale.Niente Prodi, insomma?Non è il momento dei nomi.Esiste la rosa di candidati?Penso che siamo ancora ai criteri, anche se ben presto bisognerà individuare i nomi su cui ragionare.Tirare fuori la vicenda della Milano-Serravalle su D’Alema è strumentale?D’Alema è una personalità di altissimo prestigio al di sopra di ogni sospetto.Incontrerete M5S dopo il flop dello scorso incontro?Dobbiamo ricercare una condizione per cui anche gli altri si assumano la loro responsabilità. Non è un fatto di forma, ma di sostanza costituzionale.Renzi è diventato un caso. Non era meglio farlo Grande elettore? Ha comunque 51 voti...Sono tra quelli che pensano che Renzi è una risorsa e non un problema. Questa vicenda non ha coinvolto il partito nazionale. Renzi è una personalità del Pd, nonostante continuino a raccontare di scissioni...Una parte del Pd lo sta seguendo. Franceschini si è spostato...Le dichiarazioni di Franceschini sono nel solco della linea politica approvata dalla Direzione.

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