sabato 10 luglio 2010
In un sito le 50 associazioni «doc». Stefano Zamagni: «Il Sad favorisce la reciprocità tra donatore e beneficiario» Marida Bolognesi: «La trasparenza è fondamentale per far crescere la fiducia nelle famiglie».
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Per avvicinare al Sostegno a distanza (Sad) quei due italiani su dieci che non si fidano ad aprire il portafoglio, l’Agenzia per le onlus ha realizzato un sito (www.ilsostegnoadistanza.it) dove compaiono le 50 organizzazioni italiane «doc»; altre 15 sono in attesa di essere «certificate» dall’Agenzia. È una prima risposta al bisogno di trasparenza che viene espressa dai cittadini. Il Sad è infatti un mondo composto da migliaia di realtà presenti sul territorio nazionale, che risente di molta diffidenza: c’è infatti chi teme che i fondi raccolti non arrivino mai a destinazione. Il Sad vive di conoscenza, stima e fiducia nel lavoro delle associazioni e degli operatori che si trovano sul posto.«Il Sostegno a distanza – spiega il presidente dell’Agenzia per le onlus, Stefano Zamagni – rappresenta una delle forme più avanzate di sostegno allo sviluppo: è una forma d’intervento, rafforza la coesione sociale nelle comunità locali, favorisce la reciprocità tra donatore e beneficiario. In prospettiva, il capitale umano in questi paesi potrà diventare capitale sociale e risorsa per lo sviluppo del paese stesso. Per questi valori l’Agenzia ha ritenuto di dare un forte impulso al Sad con un progetto e un lavoro mirato».Un progetto che detta quindi le «linee guida» alle associazioni che vi aderiscono, a tutela di quel milione e mezzo gli italiani che oggi offrono l’opportunità a un bambino o a un adolescente di un paese in via di sviluppo di crescere e studiare. Un numero destinato ad aumentare significativamente: si prevede che entro il 2013 arriveranno ad almeno 3 milioni i sostenitori. Mentre secondo dati Eurisko sono 12 milioni gli italiani – un quarto della popolazione – che nella loro vita hanno contribuito alla crescita di un bambino dall’altra parte del mondo.Ecco perchè si è sentita l’esigenza che il Sad fosse «in chiaro» e per la prima volta nel nostro Paese le istituzioni si occupano della trasparenza di questa diffusa forma di solidarietà. Le «Linee guida» sul Sad intendono così garantire informazione, trasparenza e qualità.Le associazioni che aderiscono (dall’Avsi, all’Aibi, dal Ciai a Terre des hommes, solo per citarne alcune) si impegnano ad assicurare ai sostenitori che le risorse arrivino davvero al bambino e offrono informazioni chiare e complete sul proprio operato e sui progetti in corso. Una sorta di «patto» di fiducia tra i cittadini-donatori e bambini proposto dall’Agenzia che è un ente pubblico vigilato a sua volta dalla Presidenza del Consiglio. «Trasparenza, informazione e fiducia – ha commentato Marida Bolognesi, coordinatrice delle Linee – sono state le parole chiave che ci hanno guidato il nostro lavoro. Da oggi i cittadini hanno a disposizione strumenti che consentono di conoscere meglio le modalità di intervento delle organizzazioni nei paesi in via di sviluppo. La trasparenza è fondamentale per far crescere la fiducia nelle famiglie italiane. Abbiamo anche voluto creare un Osservatorio che promuova, anche attraverso campagne nelle scuole, il Sad come un’esperienza di maturazione per i nostri bambini e di tutela dei diritti dell’infanzia in difficoltà». Per aderire alla «lista» occorre che le associazioni, grandi o piccole, rispondano a determinati requisiti, tra cui la trasparenza dei bilanci, l’eticità dell’intervento, il rispetto dei diritti dell’infanzia e della relazione a distanza con il sostenitore, le informazioni chiare sulla tipologia del progetto e dei suoi obiettivi. Una sorta di organizzazioni «col bollino» che assicurano finalmente chiarezza nel rapporto con i sostenitori.
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