venerdì 13 giugno 2014
​Valgono 14mila tonnellate di cibo e arriveranno alle mense a settembre.
Domani nei supermercati la Colletta straordinaria
LA VICENDA La burocrazia ferma il cibo per 2 milioni di persone
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Qualcosa si muove, sullo sconfortante orizzonte dell’emergenza alimentare italiana. Dopo l’ennesima denuncia del Banco rilanciata con forza, ieri, da Avvenire circa lo stallo dei fondi già assegnati per sfamare i più poveri, la situazione s’è sbloccata per almeno 10 degli 85 milioni di euro attesi. Proprio ieri mattina, nel corso del tavolo di lavoro convocato al ministero dell’Agricoltura con tutti gli enti coinvolti (dal no profit all’agroalimentare ai consumatori), si è concretizzato il primo impegno del Governo: i dieci milioni di euro entrati in Legge di stabilità a dicembre e finora rimasti fermi – per questioni burocratiche – proprio all’Agricoltura serviranno per acquistare 12mila tonnellate di pasta e 2.700 tonnellate di farina. Una “spesa” monoprodotto, certo, ma sicuramente la più efficace per sopperire alle richieste nelle mense per i poveri. La decisione si trasformerà in decreto a fine mese, durante l’estate passerà attraverso la tappa obbligata dei bandi pubblici e – se tutto fila liscio – a settembre arriverà nel piatto di chi ha bisogno sotto forma di cibo, finalmente. Quattro milioni e 814mila persone, di cui la metà rischiava fino a ieri di rimanere alla fame. «L’essenziale è che la macchina sia partita», è il commento di Marco Lucchini, direttore generale della Fondazione Banco Alimentare onlus. E se fino alla fine dell’estate ci si arrangerà con quello che è rimasto nei magazzini e con il “ponte” della Colletta straordinaria indetta per domani («il vero pilastro della nostra attività in questo momento», chiarisce Lucchini), a settembre si potrà sì contare sull’iniezione dei dieci milioni di euro, ma sempre nell’attesa febbrile dei 75 milioni di euro già deliberati dall’Europa. In carico li ha il ministero del Welfare guidato da Giuliano Poletti, che ha inviato un programma operativo alla volta di Bruxelles e che ha ricordato di avere tempo fino a settembre per chiudere la partita. «Ci auguriamo quindi che l’aiuto che spetta ai quasi 5 milioni di poveri che si rivolgono ogni giorno alle mense possa arrivare in autunno», è l’auspicio di Lucchini.  Ma il tavolo di ieri è stata anche l’occasione per fare il punto sul complesso lavoro di lotta allo spreco alimentare, necessario per rispondere alla crisi e alle richieste sempre crescenti dei più bisognosi. Si (ri)parte con un fitto programma di incontri e collaborazioni, in cui già nel prossimo incontro – fissato a luglio – parteciperà tutto il mondo dell’industria e in cui un ruolo importante avrà anche il ministero della Salute, che si è reso disponibile per controlli sempre più puntuali sulla sicurezza della filiera alimentare. Il senso è quello di semplificare le normative, promuovere e favorire la partecipazione, facilitare la comunicazione tra tutti gli attori coinvolti. L’apertura e la disponibilità piena di tutti ci sono. E dopo il 2014, ci sono altri 6 anni di emergenza alimentare da gestire coi soldi già stanziati dall’Europa: il Fondo ad hoc (Fead) ammonta a 3,5 miliardi di euro per tutta l’Unione, 595 milioni per la sola Italia fino al 2020. Dopo il programma operativo relativo all’anno in corso, bisognerà muoversi – rapidamente – per quelli a venire.
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