venerdì 11 ottobre 2013
​«Ladri», grida Fraccaro (M5S). Pd e Sc insorgono: «Fuori». Seduta sospesa più volte. Seduta sospesa più volte. Accordo nella maggioranza sul tetto dei 300mila euro per le donazioni di privati.
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​Sono le 18.30 quando il vicepresidente di turno dell’Assemblea, Simone Baldelli (Pdl), annuncia che il travagliato esame del ddl sul finanziamento ai partiti, attualmente in prima lettura alla Camera, verrà rinviato alla prossima settimana, forse mercoledì o giovedì. Sul contenuto dei primi 8 articoli (sui 12 o 13 che presumibilmente alla fine comporranno il testo licenziato da Montecitorio, qualcuno in meno del testo proposto dal governo Letta) c’è un accordo di maggioranza: le nuove norme riguardano fra l’altro un tetto al regime delle donazioni di privati (300mila euro) e di persone giuridiche (200mila), il controllo e la trasparenza dei bilanci, da pubblicare periodicamente su Internet, e gli elenchi pubblici dei "donatori".Tuttavia, la parziale intesa è arrivata dopo un’imbarazzante seduta come quella di ieri, più volte interrotta e nel corso della quale si è visto davvero di tutto. All’avvio, alle 10 di mattina, gli emendamenti da votare sono 114. Ma un’ora dopo la tensione sale alle stelle. Nel proprio intervento, il deputato del Movimento Cinquestelle Riccardo Fraccaro, apostrofa i colleghi degli altri partiti con un poco lusinghiero «Voi vi arroccate nel bunker per tenervi stretto il malloppo. E noi continueremo ad opporci e a chiamarvi ladri...». Scoppia la bagarre: Sel, Pd e Scelta civica s’infuriano. La vicepresidente Marina Sereni richiama Fraccaro a «non usare un linguaggio offensivo». Dai seggi dei Democratici sale intanto il coro «Fuori, fuori...» all’indirizzo di Fraccaro. Il deputato di Sc Mario Sberna perde la sua pazienza "francescana" e, imitando il segretario del Pcus Khrušcëv, si leva un sandalo e lo agita all’indirizzo dell’esponente grillino: «Non ci ho visto più. A chi mi ha dato del ladro, la scarpa l’avrei fatta mangiare, se solo lo avessi avuto vicino...». La Sereni intima a Fraccaro: «Se pronuncia di nuovo quella parola...», ma non riesce a ultimare la frase, interrotta dal vociare. Così decide di sospendere la seduta fino alle 14, perché «l’Aula non è né un ring né uno stadio». Più tardi, il deputato M5S Alessandro Di Battista racconta: «Dal Pd ci urlavano: vi aspettiamo fuori, vi ammazziamo! I bambini delle scuole in visita sono scappati terrorizzati per le urla...».Più tardi, la presidente Laura Boldrini annuncia che non tollererà altre scenate: «Applicherò pedissequamente il regolamento» con relative sanzioni. Nel frattempo un altro scontro, più pacato e di natura politica, è andato in scena alle 13 nel comitato ristretto dei Nove: Maria Stella Gelmini (Pdl) chiede di rivedere l’emendamento sul tetto a donazioni e fideiussioni dei privati. Ma Pd e Sc si oppongono: «Avevamo un accordo, non si può rimetterlo in discussione». Così ricominciano le trattative e, poco dopo, anche i lavori in Aula. I grillini chiedono la «seduta-fiume», ma la presidenza non l’accorda. Nuova interruzione fino alle 16, per consentire al comitato di riesaminare gli emendamenti. Alla fine si trova un accordo sui primi 8 articoli, che prevedono fra l’altro un tetto di 300mila euro l’anno per donazioni e fideiussioni dei privati ai partiti. Il limite entrerà in vigore in maniera progressiva: nel 2014 sarà fissato al 15% del bilancio dell’anno precedente di ciascun partito, nel 2015 al 10%, nel 2016 al 5%, mentre dal 2017 andrà a regime il tetto. Un emendamento consente a nuovi gruppi parlamentari (purché di 10 senatori o 20 deputati) d’accedere ai fondi. Infine, spiega Francesco Sanna (Pd), ci sono norme pro-trasparenza: «Coloro che contribuiscano economicamente all’attività di partiti o movimenti politici (o dei loro parlamentari e consiglieri regionali) avranno l’obbligo di dare pubblicità e trasparenza ai loro statuti e bilanci». Il voto della Camera sull’intero testo, ipotizza Sanna, «potrebbe concludersi entro la prossima settimana».
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