sabato 7 settembre 2013
Al via il tour che premia i bar senza giochi. Migliaia in piazza per cambiare l’Italia. Associazioni, professori, studenti e semplici cittadini insieme per riconoscere ai baristi la scelta etica di aver messo fuori le macchinette dai loro locali. VAI AL DOSSIER
INTERVISTA
Giorgetti: «Frenare il gioco? Il Parlamento se vuole può farlo»
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Prima dell’estate era un bel progetto, che aveva messo d’accordo un gruppo di docenti universitari di economia, i loro ragazzi e un manipolo di associazioni e movimenti studenteschi. Ora, però, la rivoluzione di “SlotMob” si prepara a invadere le piazze e a far sentire le sue ragioni. Sul serio.Si comincia da Biella, il prossimo 27 settembre. L’appuntamento è fissato in via Macchieraldo 7. E se l’indirizzo non dice niente, allora bisognerà sentire la storia della signora Giuliana Bizzarotto, titolare del bar Freedom, che un bel giorno di qualche anno fa ha deciso di rispedire le slot-machine che aveva nel retro al mittente. Troppe famiglie, troppe vite infrante contro quegli schermi luccicanti. La scelta la accomuna a migliaia di baristi in tutta Italia ma il 27 settembre – eccola, la rivoluzione – una folla di persone di tutte le età, provenienti dal Piemonte e non solo, arriverà davanti al suo locale per premiarla. E per passare una giornata di festa assieme a lei e ai suoi clienti, giocando in maniera sana (è stato organizzato un torneo di calciobalilla), ascoltando buona musica (alcuni gruppi musicali animeranno il pomeriggio) e chiacchierando di argomenti vari (tra cui proprio l’azzardo).Fa questo, uno “SlotMob” (la parola è mutuata da quella più nota ai giovani, “flash mob”, un assembramento di persone riunite in un luogo pubblico per inscenare uno spettacolo). E, dopo Biella, lo farà in molte altre città d’Italia: da Milano a Teramo, da Cagliari a Palermo, Da Catania a Trento, da Reggio Emilia a Macerata. Decine di eventi di piazza, ciascuno con al centro un bar “virtuoso”, per dire che c’è tanta gente che è stufa di gioco d’azzardo e per provare a minare la tirannide della macchinette dal basso: «Vogliamo premiare chi fa scelte etiche, certi che il mercato potrà essere gradualmente influenzato da questa logica», spiega Luigino Bruni, docente di Economia all’Università Lumsa di Roma e tra le anime dell’iniziativa insieme al collega di Tor Vergata Leonardo Becchetti. L’idea è tanto semplice quanto efficace: il bar non ha le slot? Lo premio andandoci a fare colazione e invito tutti i miei amici a farlo. «Si tratta di una sfida unica nel suo genere, anche dal punto di vista culturale – continua Bruni –. Qui non si tratta di stigmatizzare o demonizzare i bar che scelgono l’azzardo, ma di andare nella direzione opposta. L’obiettivo è quello di mostrare come sia possibile recuperare luoghi di “buon gioco”, spazi di vita in comune che altrove le slot machine hanno sacrificato alla solitudine e alla sterile ripetitività delle scommesse». Non a caso agli eventi parteciperanno decine di scuole medie e superiori delle città coinvolte.Ma “SlotMob” non è solo colazioni e tornei di calciobalilla. L’impegno è di quelli che si vogliono far sentire anche su, più in alto, nelle stanze dove troppo spesso, sull’azzardo, si decide il contrario di quello che si predica. Il 10 settembre docenti e ragazzi saranno a Montecitorio per un incontro con l’intergruppo parlamentare. E il lavoro continua accanto alla Campagna nazionale Mettiamoci in gioco e ad altre 75 associazioni che si stanno adoperando per una legge che regolamenti l’azzardo e tuteli i più deboli. Per ora, a loro, pensano Giuliana Bizzarotto e gli altri: quelli che da dietro il banco cercano di cambiare il mondo. E prima o poi ce la fanno.
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