sabato 20 novembre 2010
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Non è un caso che sia l’incantevole città del Poverello a ospitare, fino a domani, il primo Salone mondiale del turismo delle città e dei siti Unesco, novità assoluta nel quadro del turismo culturale internazionale. Non è un caso, per due motivi. Assisi, con svariati milioni l’anno di turisti-visitatori-pellegrini e con un contesto storico-ambientale preservato, è un po’ il «biglietto da visita» dell’attrattiva italiana, della nostra civiltà, dei nostri valori, del nostro bien vivre. Inoltre, è proprio il sindaco di Assisi – Claudio Ricci – l’anfitrione dell’evento, in quanto dinamico presidente, dal 2009, dell’Associazione città e siti italiani patrimonio mondiale Unesco. L’incontro di Assisi, ha spiegato Ricci, «si pone l’obiettivo di innescare un turismo consapevole dedicato a coloro che vogliono non soltanto vedere, ma vivere le emozioni di un luogo, portando con se, al ritorno, non souvenir ma un valore indelebile nel proprio animo. Bisognerà andare oltre il solito modo di concepire le esposizioni fieristiche: simulazioni tridimensionali, realtà virtuali e ologrammi ricostruiranno luoghi, profumi, sensazioni, emozioni. La sfida è quella di passare dai tradizionali stand e cataloghi materiali a un marketing immateriale che promuova la possibilità di vivere un’esperienza ridando all’economia turistica il suo valore originale: viaggiare per scoprire, meravigliarsi, conoscere, mostrare e vendere i prodotti e, soprattutto, conoscere umanamente e spiritualmente persone e luoghi». Un approccio alto al significato del viaggiare, dello scoprire il mondo. Né potrebbe essere altrimenti, visto che si tratta di siti sotto l’egida somma del World Heritage, ovvero del gotha delle culture umane: oltre 900 luoghi «privilegiati» in 148 Paesi della Terra, da proteggere come perenni monumenti antropologici ma anche da promuovere in modo coordinato, affinché il bello, il buono, il vero diventino coscienza umanistica sempre più diffusa, favorendo un circuito di itinerari turistici e culturali accattivanti, competitivi, facilmente fruibili anche dal cosiddetto turista-tipo, e non da ultimo a impatto sostenibile.Appunto per sensibilizzare il grande pubblico e, in primis, le diverse figure professionali coinvolte nel settore – amministratori, tour operators, agenti di viaggio, imprese dell’ospitalità, associazioni, stampa specializzata – è stata pensata e organizzata questa singolare e innovativa «borsa» del turismo d’eccellenza, che ha fra l’altro l’imprimatur del ministero Beni culturali ed è ospitata nell’insigne Palazzo Monte Frumentario, dove trovano posto oltre cento stand (con presenze – oltre che dall’Italia – da Olanda, Germania, Francia, Belgio, Regno Unito) nonché nella Sala Papale del Sacro Convento. L’obiettivo del World Tourism Expo in terra umbra è insomma quello di creare un mercato del turismo culturale responsabile ed emozionale capace di attrarre le rotte di viaggi e vacanze verso mete di immenso valore culturale, simbolico, spirituale: di qui la necessità di riunire i responsabili dei vari siti mondiali per attivare confronti e scambi di esperienze in materia di gestione strategica di questo patrimonio di capolavori. Un patrimonio con l’inestimabilità dei luoghi che raccontano l’umana avventura.
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