martedì 8 novembre 2016
Invitati alla Camera, timore per il dopo emergenza
Nicola Alemanno, sindaco di Norcia, in Aula (Fotogramma)

Nicola Alemanno, sindaco di Norcia, in Aula (Fotogramma)

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Isindaci dei Comuni terremotati lanciano un appello alle istituzioni per non essere dimenticati, soprattutto dopo che verranno spenti i riflettori e sarà stata superata la prima fase dell’emergenza. L’occasione è quella del secondo incontro istituzionale organizzato insieme alla Camera insieme all’Anci, che ha visto un drappello di oltre 600 primi cittadini - quasi tutti con fascia tricolore - occupare gli scranni di Montecitorio. L’angoscia dei territori l’ha espressa il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, che ha confessato nel suo intervento di percepire un senso di «abbandono ». Pronta la replica della presidente della Camera Boldrini: «Noi confermiamo il nostro impegno, non vi lasceremo soli e faremo di tutto per tenere viva l’attenzione generale». D’accordo il titolare del Viminale Angelino Alfano, che ha replicato a Pirozzi affermando che «le luci dei riflettori del governo non si sono mai spente e non si spegneranno mai». Un concetto ripreso anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti: «Non vi abbandoneremo e condivideremo la sfida e l’impegno per il ritorno alla normalità».

«Ho la sensazione che qualcuno ci stia abbandonando, e se fosse così sarebbe grave perché noi non vogliamo essere solo un borgo da cartolina», ha chiarito in Aula il sindaco di Amatrice. «Io la fascia da sindaco la rimetterò soltanto quando avrò la certezza che non sarò abbandonato – ha aggiunto – ma sono sicuro che nessuno abbandonerà nessuno perché dimostreremo che non siamo bravi solo in 10 giorni ma in 365». Sulla stessa lunghezza d’onda Aleandro Petrucci, di Arquata del Tronto, per il quale «c’è una differenza tra 10 giorni e 2 mesi. Comprendiamo che ora l’attenzione è tutta rivolta» ai Comuni colpiti dall’ultimo terremoto ma «ci sentiamo leggermente trascurati». Parole accolte da un applauso dei sindaci, subito riprese dalla presidente Boldrini che ha esortato a dare «certezze nei tempi e nelle procedure». L’Italia, ha aggiunto, «ha di fronte a sé scelte impegnative e di lungo periodo. Al primo posto tra la priorità c’è la messa in sicurezza del territorio. È questa - ha sottolineato - la vera grande opera pubblica di cui ha bisogno l’Italia».

A rassicurare i sindaci del cratere ha pensato anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano: Pirozzi di Amatrice «ha posto un problema di visibilità che viene affrontato e risolto senza dubbio e io lo ringrazio anche per l’elemento di fiducia che ha voluto mettere nelle sue parole». Fiducioso il presidente dell’Anci Antonio Decaro, che non ha esitato a ricordare i luoghi del sisma «distrutti e attraversati dall’angoscia, dove vive la storia di tante famiglie, che lì vogliono tornare a stare». Tutta in chiave politica la piccola polemica scop- piata al termine degli interventi dei sindaci. Il capogruppo di Fi a Maontecitorio, Renato Brunetta, ha giudicato «grave» l’esclusione dei sindaci «appartenenti all’area politica di centrodestra (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia) dalla discussione dei problemi che riguardano i cittadini italiani». Ma per ricostruire occorrerà proteggere il patrimonio culturale, che è nel dna delle popolazioni e senza del quale non potrebbe esservi alcuna rinascita economica e sociale. Perciò preoccupano alcuni episodi a danno di opere d’arte. I carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio artistico indagano per furto riguardo alla sparizione di un dipinto del ’600 dalla chiesa di Nottoria di Norcia (Perugia), danneggiata dal terremoto. Si tratta del 'Perdono di Assisi' (1631) del pittore francese Jean Lhomme, che lavorò per Papa Urbano VIII. I carabinieri non escludono, comunque, altre ipotesi, anche che la tela sia stata tolta da qualcuno per metterla al sicuro in previsione di nuove e forti scosse.

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