mercoledì 29 luglio 2015
​A due anni esatti dal rapimento in Siria del gesuita romano, il ministro Gentiloni: non ci siamo dimenticati.
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L'Associazione Siria Libera e Democratica ha organizzato a Piazza del Pantheon a Roma, mercoledì alle 19, un sit-in per riportare l'attenzione sulla vicenda di padre Paolo Dall'Oglio, il sacerdote italiano rapito in Siria esattamente due anni fa. A Roma è stato esposto uno striscione con la sua foto sulla facciata del Campidoglio, sede del Comune. Domenica all'Angelus il Papa lo aveva ricordato, lanciando un appello.Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, parlando alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, ha detto: "Ci riuniamo a due anni dal rapimento di Padre Dall'Oglio a Raqqa, in Siria: il governo non ha dimenticato questo rapimento e ci continuiamo a lavorare con assoluta costanza come ho confermato ai fratelli di Dall'Oglio una decina di giorni fa"."Come tutta la crisi siriana, il caso di padre Paolo è una vicenda dimenticata", dice il portavoce dell'Associazione Siria Libera e Democratica, Feisal al Mohamad. "La crisi siriana è al suo quinto anno - ricorda al Mohamad - è l'attenzione di tutti è rivolta alle atrocità commesse dal sedicente Stato islamico, dimenticando le vicende umane delle tante morti, degli arresti, dei rapimenti, dei bambini morti per le violenze o per gli stenti". "Nel paese - prosegue - ci sono tanti padre Paolo, che sono tutti coloro che sono stati rapiti o sono scomparsi nelle prigioni del regime". "Chiediamo - dice ancora al Mohamad - a tutti gli uomini di buona volontà di accendere i riflettori sulla crisi siriana, che è più difficile di quanto si pensi". Sulla sorte di padre Dall'Oglio, il portavoce afferma di sperare che stia bene. "Non temo tanto i suoi rapitori - aggiunge - per i quali è un ostaggio troppo prezioso. Temo il fatto che è tenuto prigioniero in una zona di guerra, dove anche un proiettile vagante rappresenta un pericolo".
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