mercoledì 8 settembre 2010
Claudio Vassallo: Angelo aveva denunciato collusioni tra criminalità e carabinieri. Ma il generale comandante della Campania minimizza: piccole lamentele che sono state chiarite. L’inchiesta passa all’Antimafia. L’ipotesi prevalente è che sia stato vittima della camorra.
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Non soltanto camorra. E non soltanto dolore, adesso, a Pollica. Le indagini sull’esecuzione del sindaco Angelo Vassallo sono passate, dalla Procura di Vallo della Lucania, alla Direzione distrettuale antimafia di Salerno e più di qualcosa sta a significare: «Si è ritenuto di comune accordo che in questo momento ci fossero elementi per questo tipo di necessità…», spiegano gli inquirenti. Quest’estate qui "qualcosa" doveva esser stato annunciato e non è andata liscia. L’assassinio di Vassallo è un avviso ai naviganti: sull’isola felice cilentina arriva la burrasca. Agitata forse non soltanto dalla camorra, visto che quest’ultima potrebbe essersi messa in affari, per questi lidi, insieme alla ’ndrangheta. Potrebbe. E visto che l’indagine è passata alla Dda proprio poiché quegli elementi «si riferiscono ad altre indagini che fanno pensare come la morte del sindaco fosse funzionale agli interessi criminali nella zona». Risultato? La Procura di Vallo della Lucania ha già trasmesso ai colleghi salernitani il fascicolo e tutto quanto è agli atti.Del resto qui vicino qualche segnale di quell’alleanza c’era stato anche nel recente passato, come gli artigli di camorra e ’ndrangheta su alcuni appalti per la terza corsia della Salerno-Reggio Calabria o certe presenze d’aziende lametine sulla costiera amalfitana. E in genere, finora, a chi piace spartirsi impegni e torte con i colleghi di Calabria sono i casalesi.Fra le cose certe c’è poi che quest’estate era venuto fuori un grosso problema con qualcuno che nelle strade di Pollica voleva piazzare hashish e coca…  «È vero – spiega il giovane vicesindaco, Stefano Pisani – ad agosto il sindaco ha affrontato di persona dentro alcuni locali pubblici, e in altri posti un po’ più isolati del paese, alcuni spacciatori e che aveva segnalato la cosa alle forze dell’ordine». Intanto qui stanno arrivando anche i carabinieri del Ros e del Ris per studiare la scena dell’omicidio.C’è dell’altro. Il fratello di Vassallo, Claudio, si sfoga facendo sapere che il sindaco aveva denunciato, senza risposte, la presenza di esponenti delle forze dell’ordine collusi con la criminalità. Vero che in passato c’erano stati contrasti tra il sindaco e il comandante della stazione locale dei carabinieri (entrambi con un caratterino da dover essere presi con le molle), come pure che entrambi s’erano reciprocamente fatti delle denunce, tuttavia poi finite nel nulla perché «insussistenti», si sottolinea negli uffici giudiziari. Le lettere, infine, che Vassallo aveva scritto al Comando provinciale e generale dell’Arma? «Piccole lamentele, poi chiarite per le vie brevi tra il comandante della Compagnia di Vallo della Lucania e il sindaco, che anzi aveva espresso apprezzamento per l’operato dei carabinieri di Pollica», spiega il generale Franco Mottola, che comanda della Legione carabinieri Campania.Può dunque essere andata che Vassallo abbia detto troppi «no» a chi non ama riceverne affatto. Mettendosi di traverso sulla strada di qualche investitore in sporco cemento e/o droga. Perché questo sindaco rispettava la legge e pretendeva che altrettanto rispettata fosse. E l’hanno tolto brutalmente di mezzo. Approfittando, già che c’erano, anche per rinverdire la vecchia storia del «colpirne uno per educarne cento».Sugli alberi di Acciaroli rimangono tante locandine con le citazioni da "Il vecchio e il mare" di Ernest Hemingway (annunciando una manifestazione che si sarebbe dovuta tenere da venerdì a domenica prossimi) ed una commuove: «Forse non avrei dovuto fare il pescatore, pensò. Ma è per questo che sono nato». Anche Angelo Vassallo aveva 57 anni, era pescatore e del pescatore aveva le rughe sul volto che raccontano una vita. Non avrebbe dovuto fare il sindaco, ma forse per questo era nato. Perché non aveva più paura di niente dopo che un Natale, con la sua barca, finì in una tempesta e fu sicuro che non sarebbe riuscito a tornare.«Angelo ha fatto cose straordinarie, spero non sia dimenticato. Spero che il lavoro che ha fatto per imporre la legalità venga portato avanti», manda a dire sua moglie Angela. Distrutta. Letteralmente. E il vicesindaco guarda spesso il cellulare: «Mi aspetto ancora che squilli e sia lui che mi dice "dai andiamoci a bere qualcosa all’enoteca"». Dove il sindaco è stato massacrato nella sua auto ci sono fiori e si prega. S’è alzato vento, ieri pomeriggio. Arriva dal mare, porta brutto tempo, pioggia. Qui non importa più a nessuno.
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