martedì 26 marzo 2013
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​La crisi è gravissima e necessita di interventi forti e urgenti. I sindacati incontrano Pier Luigi Bersani e dal colloquio, come già domenica con Confindustria, emerge una preoccupazione condivisa sulla situazione dell’economia, in una giornata dove tornano a circolare voci su un possibile nuovo downgrading dell’Italia. Tanto le parti sociali che il presidente incaricato sottolineano la necessità di avere subito il governo per affrontare l’emergenza. Sul come, però, le strade si dividono. Bersani spiega agli interlocutori l’importanza del suo tentativo, ovvero il varo di un governo con «una chiara identità politica», capace di dare segnali di cambiamento «anche con un solo voto in più».Susanna Camusso, leader Cgil, non lo contraddice quando afferma che «la priorità è avere un governo che faccia le cose giuste» mentre non commenta l’ipotesi di un governissimo con il Pdl: «Non siamo una forza politica, abbiamo parlato di temi economici». Ma il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ricorda a Bersani che un esecutivo «va fatto a tutti i costi» perché la crisi non aspetta e non è il momento di tornare al voto. Nulla contro la sua impostazione, ma comunque la governabilità andrà garantita. «La politica è trovare una mediazione, una soluzione», è l’esortazione al realismo che Bonanni porge a Bersani, sottolineando di nuovo il «rischio Weimar» che aleggia su un Italia in crisi tanto economica che politica e invitando alla «strada della responsabilità». Anche Luigi Angeletti si attesta su una posizione simile: «Affrontare l’emergenza economica ha una priorità assoluta anche rispetto all’emergenza politica che le elezioni ci hanno consegnato», afferma il segretario della Uil. «Chiediamo un governo forte, non di minoranza, che metta in campo azioni per il lavoro», aggiunge più esplicitamente il segretario dell’Ugl Giovanni Centrella. Anche le Pmi di Rete Imprese Italia che hanno incontrato Bersani separatamente parlano con il presidente Carlo Sangalli di «assoluta urgenza» di formare il governo.Il presidente incaricato prende nota. Agli interlocutori appare preoccupato e molto consapevole della difficoltà della sua scommessa. Ma anche convinto che la strada scelta sia l’unica praticabile. Con il Pdl «troppe cose ci dividono e non c’è nulla su cui la pensiamo allo stesso modo», spiega, e  nascerebbe un governo che «fa finta di andare d’accordo e invece ognuno tira nella sua direzione». Meglio quindi una maggioranza risicata ma con una «chiara identità». E cita pure il caso di George W. Bush che vinse per un pugno di voti ma poi riuscì a governare. Sull’analisi della situazione economica e sui programmi di un nuovo esecutivo la consultazione con le parti sociali fa emergere molte affinità. I leader sindacali parlando di incontro utile e ringraziano Bersani per il segnale lanciato ascoltando le forze sociali prima dei partiti. Per i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl la «situazione è drammatica» e ci sono priorità che non possono attendere: la riduzione delle tasse su lavoro e imprese per rilanciare consumi e investimenti, lo sblocco dei pagamenti della Pa, una riduzione dei costi del sistema politico, il rilancio degli investimenti, il finanziamento degli ammortizzatori sociali. Bonanni propone a Bersani di portare la lotta contro l’evasione fiscale anche sul piano penale. Mentre Camusso chiede di «disinnescare le micce di Imu, Tares e Iva» con la proposta a sorpresa di «eliminare l’Imu sulla prima casa sotto i mille euro». La gravità della crisi e lo stallo della politica spingono anche i sindacati a rilanciare l’iniziativa unitaria. I Ieader di Cgil, Cil e Uil si incontreranno la prossima settimana, il 4 o il 5 aprile. Si punta ad azioni comuni sui temi dell’emergenza economica. Primo problema: non ci sono più fondi per pagare la cassa integrazione.
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