venerdì 11 luglio 2014
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​In 5 anni la povertà assoluta in Italia è raddoppiata e ha rotto i confini. Oggi colpisce chi è disoccupato e chi lavora, i nuclei con almeno due figli, vecchi e giovani e ha invaso dal Sud la la pianura padana. E affligge l’8% degli italiani privi di un reddito sufficiente a garantirgli una vita decente. La Caritas italiana nel rapporto che analizza le politiche italiane di lotta alla povertà non lascia dubbi: sono rare e inefficaci. In questi anni sono stati varati provvedimenti come la Social Card del governo Berlusconi, gli sgravi del governo Letta e gli 80 euro di Renzi, che non sono andati agli incapienti, il 75% dei poveri, con effetti minimi. Per la Caritas, che con Acli, Sant’Egidio, Focolari, sindacati confederali e altri organismi ha costituito un’inedita.Alleanza contro la povertà, la soluzione è un piano nazionale che porti all’introduzione graduale del Reis, reddito  minimo di inserimento, che tutti i partner Ue hanno e che consiste nel dare servizi e una somma che aiuti la famiglia ad arrivare alla soglia di povertà in cambio della disponibilità dei beneficiati a lavorare. Per la prima volta  la proposta è stata illustrata al ministro del Welfare Poletti, il quale in linea di principio è d’accordo. Ma non ha preso impegni concreti, perché il problema sono le risorse e la volontà politica di aiutare i più poveri. Siamo agli inizi di una lunga, buona battaglia.
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