mercoledì 13 novembre 2013
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Dieci azioni «perché nessuno si perda» nel mondo della formazione. Uno slogan semplice quello scelto da Acli, Compagnia delle Opere e Salesiani Don Bosco per lanciare un vero e proprio manifesto per sostenere la formazione e l’istruzione professionale. Un appello sottoscritto da oltre 15mila persone, tra cui molti nomi del mondo ecclesiale, imprenditoriale, sindacale. Un rilancio che chiama all’ordine anche due interlocutori principali: il mondo del lavoro e quello della scuola. E così oggi ad ascoltare prima e parlare poi dei dieci punti all’Istituto Luigi Sturzo di Roma saranno presenti anche il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Enrico Giovannini e il sottosegretario dell’Istruzione Gabriele Toccafondi.Allo stato attuale, sottolineano i firmatari del manifesto, «dire formazione professionale significa aiutare 8 ragazzi su 10 a trovare un lavoro». E non solo. «Quasi il 50% dei ragazzi che arrivano a una qualifica professionale – proseguono le tre realtà promotrici – sono recuperati da un percorso scolastico fatto di insuccessi, che invece in questi percorso di formazione professionale ritrovano motivazioni e sostegno nell’arrivare al successo con la qualifica». Molte delle testimonianze che riportiamo in questa pagina raccontano storie di recupero e di riavvicinamento agli studi. Eppure questo che appare un vero e proprio strumento di prim’ordine per combattere davvero la dispersione scolastica (al secondo punto nel programma) non è una realtà presente in tutto il Paese. E proprio «garantire a tutti la possibilità di scegliere un percorso di formazione professionale in cui assolvere anche l’obbligo di istruzione fino ai 16 anni e il diritto/dovere all’istruzione» è al primo punto del programma sottoscritto e proposto al governo. Oggi la formazione professionale è presente solo in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia e Trentino Alto Adige. Assente nelle altre, dove disoccupazione e dispersione scolastica spesso raggiunge livelli elevati.Eppure «far funzionare l’apprendistato per l’inserimento lavorativo dei giovani» (terzo punto) è uno degli strumenti che andrebbe potenziato: ecco anche i tirocini, gli stage, i voucher. E garantire in tutte le Regioni l’offerta di specializzazione tecnica superiore, significa anche «creare i supertecnici necessari per lo sviluppo delle nostre imprese manifatturiere e i professionisti per la valorizzazione del terziario» (quarto punto). Una formazione che non deve concludersi nella fase iniziale del percorso lavorativo, ma che deve «essere sostenuta lungo tutto l’arco della vita» (quinto punto), aspetto quanto mai necessario in un mondo del lavoro che prepensiona o pone in cassaintegrazione.Accanto a tutto questo, le tre realtà firmatarie del programma, chiedono (sesto punto) di «garantire la qualità del sistema formativo» in tutte le Regioni e secondo livelli essenziali. Per farlo Acli, Compagnia delle Opere e Salesiani Don Bosco non si nascondono che esiste la necessità di «garantire adeguate risorse per la formazione professionale» (settimo punto). Una richiesta che nasce anche dalla constatazione che se nell’anno scolastico 2003/2004 le iscrizioni furono 23.500, mentre nell’anno scolastico 2012/2013 le domande sono state oltre 281mila, ma «solo 130mila domande sono state accettate perché le strutture accreditate hanno potuto attivare soltanto quel numero di posti». E si pensi che a un anno dalla qualifica il 70% dei ragazzi hanno trovato un primo lavoro e l’85% lavora dopo due anni, e nel 64% dei casi è un’occupazione coerente con la qualifica professionale conseguita. Ma non solo le risorse sono necessarie, anche «la visibilità dell’offerta» a partire da uno spazio nel sito del ministero dell’Istruzione dove si parla di «La scuola in chiaro» (ottavo punto). Il programma proposto da Acli, Compagnia della Opere e Salesiani Don Bosco, si conclude con altre due punti più «burocratici»: «chiarire il quadro giuridico fiscale del sistema della formazione professionale» e rafforzare «il ruolo di coordinamento degli enti di formazione» a livello regionale e nazionale.Dieci azioni, dieci parole, dieci proposte «per sostenere il futuro dei giovani nel nostro Paese».
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