sabato 29 agosto 2020
La denuncia dell’Associazione italiana persone down: l’80% degli alunni con disabilità sono esclusi dalla didattica a distanza
Si preparano le aule per il ritorno in classe. Ma ne servono di più

Si preparano le aule per il ritorno in classe. Ma ne servono di più - Fotogramma

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Cercansi aule. Sono circa 14mila gli studenti calabresi ai quali non si riesce a garantire una classe per il ritorno in presenza. Che è ormai dietro l’angolo, anche se la Regione e l’Ufficio scolastico hanno concordato lo slittamento dal 14 al 24 settembre per la ripartenza delle lezioni, anche in virtù delle elezioni amministrative e del voto referendario del 20 e 21 settembre.

La preoccupante carenza di aule è emersa durante il tavolo tecnico che l’assessore regionale all’Istruzione, Sandra Savaglio, ha presieduto a Catanzaro con Ufficio scolastico regionale (Usr), Unione delle province, Associazione dei comuni, associazioni disabili aderenti alla Fish e il comitato Uniti per l’autismo. La responsabile dell’Agenzia del Demanio, Lidia Arcuri, ha confermato la disponibilità di locali per accogliere studenti e docenti.

S’è parlato del reperimento di locali agibili nel breve periodo, e dell’importanza di affiancare i ragazzi con disabilità e autistici (che risultano essere 1 su 77) con personale specializzato già dal primo giorno di scuola, senza dimenticare l’assistenza domiciliare. In questo senso fanno ben sperare i docenti di sostegno in deroga autorizzati nei giorni scorsi dall’Usr: 2.113 in tutta la Calabria. La situazione degli alunni con disabilità è molto difficile: «Circa l’80% è rimasto escluso dalla didattica a distanza, anzitutto gli alunni con sindrome di Down, autismo e disabilità intellettiva», hanno denunciato i vertici nazionali dell’Associazione italiana persone down (Aipd) commentato i mesi di didattica a distanza.

Senza trascurare le difficoltà di accesso informatico di molte famiglie, cui si aggiunge la carenza dei necessari device. Sul tavolo del confronto anche il sistema trasporti che già dal 13 settembre dovrebbe ripartire a pieno regime e con il potenziamento del trasporto scolastico su ferro e gomma.

I sindacati hanno sottolineato come molti medici di base si stiano rifiutando di sottoporre ai test sierologici docenti e non docenti, che possono volontariamente e gratuitamente scegliere di farlo da lunedì 24 agosto. Un successivo incontro tra il capo del settore tutela della salute della Regione, Antonio Belcastro, e i leader delle organizzazioni dei medici di medicina generale, ha fornito una bozza d’intesa. Anche per i sanitari non sarà un obbligo. Potranno effettuare i test nel proprio ambulatorio. Nel caso in cui dovesse essere riscontrata la positività di un paziente, l’Azienda sanitaria provinciale si impegnerà, a sue spese ed entro 24 ore, a sanificare gli ambienti.

Ma c’è anche la possibilità che il medico comunichi la sua partecipazione alla campagna di screening senza, tuttavia, mettere a disposizione il proprio studio. In quel caso, presterà la sua opera in un locale garantito dalle Aziende sanitarie o dalle scuole interessate. Qualora decidesse di non partecipare all’iniziativa, dovrà solo inviare i nomi dei pazienti interessati dai test al distretto sanitario di competenza. Inoltre, i dispositivi di protezione individuali e i test saranno distribuiti in modo capillare nei locali più vicini allo studio dei medici: poliambulatori delle Asp, distretti e farmacie territoriali.

Riflettori puntati anche sulle grandi incertezze e responsabilità in capo ai dirigenti scolastici, che nonostante tutti gli sforzi non hanno alcuna certezza, a oggi, né di organico aggiuntivo, né di servizi al diritto allo studio e all’inclusione. Proprio martedì 1 settembre prenderanno servizio ventuno nuovi presidi vincitori dell’ultimo concorso.

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