giovedì 27 febbraio 2020
Alla Camera il patto tra maggioranza e opposizione regge: 462 sì e 2 no al primo dl d’emergenza. Il premier però si sente assediato e accelera il piano antirecessione
Si cerca un miliardo per l'economia. Ma la tregua politica già vacilla
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Avviate le misure per contrastare il virus Covid 19, si tratta ora di reperire i fondi per far fronte alle pesanti ripercussioni economiche sul nostro Paese. Somme ingenti che il governo dovrebbe mettere a punto in due fasi: il decreto per le zone rosse che dovrebbe vedere la luce nel Cdm di domani, e quello sistemico che dovrebbe essere approvato la prossima settimana. Ma per il premier Conte non sarà facile recuperare la cifra, che dovrebbe aggirarsi intorno al miliardo di euro. E mentre la Camera approva il primo dei decreti per le linee guida su come affrontare l’emergenza nelle zone colpite con 462 sì e 2 contrari, la tregua con gli alleati e quella tra gli avversari già risulta incrinata (nonostante in serata l’informativa urgente del ministro della Salute Roberto Speranza sia tutta improntata alla richiesta di «unità»). Matteo Renzi torna a punzecchiare il capo del governo, mentre Matteo Salvini invia a Palazzo Chigi un’altra lettera, questa volta dai toni molto accesi (e una la indirizza al Quirinale per chiedere un incontro). Conte, però, non vuole perdersi in polemiche, perché gli allarmi lanciati dalla Lega come quelli di Italia Viva non sono certo esagerati, e il capo del governo lo sa. Perciò a Palazzo Chigi si studiano le misure e le coperture necessarie. «Stiamo immaginando due interventi a favore di cittadini, imprese e professionisti. Nessuno deve essere lasciato da solo», spiega il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. In serata il premier fa sapere di aver ingaggiato a Palazzo Chigi due super-esperti, Gunter Pauli e Mariana Mazzucato, per collaborare al decreto anti-coronavirus e al 'Green new deal' con «forme innovative di partenariato pubblico-privato».

Anche la ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova manda segnali al- la Conferenza Stato-Regioni: il suo ministero ha messo a punto il decreto con cui si autorizzano le imprese agricole a ricevere un’anticipazione dei sostegni previsti dalla Politica agricola comunitaria. «Vogliamo garantire liquidità alle imprese rispondendo così all’emergenza e alle difficoltà manifestate da aziende del settore e Regioni», dice la portavoce di Iv al governo. Dai 5 stelle, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dà le sue cifre: 350 milioni di euro è l’aumento previsto «per il fondo rotativo che finanzia le imprese che esportano, che si vanno ad aggiungere ai 300 milioni già individuati dalla Farnesina per la tutela del made in Italy». E però il blog pentastellato parla di nuove misure in arrivo dalla sospensione delle bollette energetiche all’accesso facilitato al Fondo di garanzia per le pmi, alla sospensione delle rate dei mutui agli indennizzi alle imprese e altro ancora. Insomma, il danno economico del Coronavirus non sarà più facile da contrastare di quello sanitario.

La tregua politica delle prime ore, però, non regge. Renzi, che pure si appella all’unità di tutte le forze, non rinuncia a sottolineare «gli errori di comunicazione » che avrebbero «prodotto un danno enorme all’estero, oltre che in Italia». E ricorda che la sua riforma costituzionale avrebbe risolto il conflitto di competenze tra Stato e Regioni. Quanto a Matteo Salvini, dopo la telefonata rassicurante del giorno prima con Conte, fa retromarcia: «Questo governo, Conte e non solo lui, ha sottovalutato l’emergenza e non è in grado di gestirla, quindi noi non siamo disponibili a inciuci. Se c’è da prendere per mano il Paese con una data certa delle elezioni, siamo a disposizione», tuona di nuovo il leader della Lega.

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