venerdì 1 settembre 2017
Incontro «costruttivo» fra il ministro dell'Interno e la sindaca di Roma, che ha avanzato alcune richieste per reperire alloggi. Minniti lavora a una direttiva basata su «legalità e umanità».
Sgomberi, Raggi chiede al Viminale caserme per i senza casa
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Sono scoccate le due di pomeriggio quando la sindaca di Roma Virginia Raggi esce dal Viminale, dove era arrivata poco dopo le undici del mattino. La riunione col ministro dell'Interno Marco Minniti è durata tre ore, in un clima definito da entrambi «costruttivo». La questione emergenza abitativa, collegata agli sgomberi, è da giorni al centro dell'agenda politica dopo il brusco allontanamento di centinaia di rifugiati da un edificio di via Curtatone, nella Capitale, occupato dal 2013. «Ho presentato al ministro due proposte», riassume Raggi ai cronisti uscendo dal Viminale. La prima è «la messa a disposizione delle caserme che hanno alloggi di servizio e che quindi potrebbero essere riadattate per abbassare le liste di attesa». La sindaca ricorda che «a Roma ci sono oltre 10mila persone che attendono una casa da oltre 10 anni».

«A Roma 200mila case sfitte o invendute»

L'altra proposta, prosegue la sindaca, «a mio avviso interessante è quella di riattivare il mercato immobiliare. A Roma abbiamo oltre 200mila case tra sfitte e invendute, questo consentirebbe da un lato di abbattere le liste di attesa e dall'altro di riattivare un settore economico in grave crisi da parecchi anni». A chi le domanda quali saranno i primi passi concreti, Raggi risponde: «St0iamo lavorando fattivamente. A breve sarà emanata la direttiva annunciata dal ministro dell'Interno, per altro anche sugli sgomberi. E ci
saranno delle ulteriori iniziative che il ministro porrà in essere».

Nella direttiva «legalità e umanità»

Secondo una nota congiunta, diffusa dopo l'incontro, Campidoglio e VIminale lavoreranno nell'ambito di una «collaborazione
interistituzionale per affrontare il tema dell'emergenza abitativa, delle politiche migratorie e dell'accoglienza», stabilendo delle priorità negli interventi da assumere, ma «nel rispetto dei principi di legalità e di umanità». Il ministro ha illustrato al sindaco le linee guida della circolare da inviare a prefetti e questori. Il testo, in via di definizione da parte del Ministero, si fonda «su due pilastri, uno nazionale e uno territoriale, a partire dalle Città metropolitane, per affrontare il problema degli sgomberi e il tema delle fragilità sociali». Nei prossimi giorni, per sondare il terreno, il ministro potrebbe ricevere al Viminale altri sindaci di comuni alle prese con l'emergenza. E nella direttiva potrebbe esserci un invito a chi dirige l'ordine pubblico a valutare con attenzione ogni eventuale provvedimento di sgombero (solo a Roma, ha spiegato ad Avvenire il prefetto Paola Basilone, «sono un centinaio gli immobili occupati»), evitando di procedere con la forza pubblica finché non si siano trovate sistemazioni adeguate per le categorie più fragili (anziani, famiglie con bambini) e per chi ha diritto a un'abitazione.

Gli ex occupanti: «Noi restiamo in piazza, non sappiamo dove andare»

«Per noi la soluzione si chiama case popolari», afferma Cristiano Armati, esponente dei movimenti per il diritto all'abitare, che ieri hanno dato vita a un "sit in" in piazza dell'Esquilno, a pochi metri dal Viminale. Il Comune di Roma, su richiesta del consigliiere di opposizione Stefano Fassina (Si), ha chiesto un consiglio comunale straordinario sulla questione: «Chi ci vuole invisibili ha
fatto male i suoi conti - argomenta Armati -. Noi non ce ne andiamo, le famiglie non se ne vanno perché non sanno dove andare». Anche l'Unione inquilini di Roma, che rappresenta molte famiglie italiane senza un alloggio: «Roma e i suoi cittadini hanno bisogno
di politiche abitative strutturali - scrive l'Unione in una lettera aperta alla sindaca Raggi . Ma abbiamo addirittura un'assessora alle Politiche abitative, Rosalba Castiglione, che abbiamo visto solo in foto». Nessuno, conclude la missiva, «è stato in grado di
gestire gli sgomberi dell`estate che hanno coinvolto centinaia di persone, come nessuno riesce a fermare lo stillicidio che ogni
giorno, con gli sfratti, porta in strada nel silenzio 15 famiglie con la forza pubblica».

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