mercoledì 30 settembre 2015
​​Un centinaio di persone allontanate da polizia e carabinieri. Non ci sono stati scontri. La protesta sugli scogli era iniziata nel mese di giugno dopo la chiusura della frontiera con la Francia. Il vescovo Suetta tenta una mediazione.
COMMENTA E CONDIVIDI
È stata una giornata sul filo della tensione a Ventimiglia sul fronte dei migranti: quando all'alba sono state sgomberate dalle forze dell'ordine dalla pineta a Ponte San Ludovico, dove erano accampate da oltre due mesi a pochi metri dal confine italo-francese, una settantina di persone ha raggiunto nuovamente la vicina scogliera dei Balzi Rossi per sfuggire a carabinieri e agenti di polizia. Le persone sgomberate sono sia migranti sia giovani attivisti italiani e francesi del movimento "No Borders" che da qualche mese si sono accampati sotto gli alberi, di fronte agli scogli dei Balzi Rossi. Sono trascorse così lunghe ore, con trattative per convincere i migranti a desistere dalla loro protesta. Sul posto è poi arrivato il vescovo, monsignor Antonio Suetta, che dopo un lunga confronto nel pomeriggio ha convinto migranti e attivisti ad allontanarsi dalla scogliera. Circa 50 profughi sono stati quindi accompagnati al centro di prima accoglienza gestito dalla Croce Rossa nella zona della stazione ferroviaria di Ventimiglia. Gli attivisti, una quarantina in tutto, sono stati invece accompagnati in commissariato per l'identificazione. Tra le reazioni, "Torino solidale coi No Borders di Ventimiglia" si leggeva sul lenzuolo affisso dinanzi alla prefettura di Torino da un centinaio di manifestanti, tra giovani dei centri sociali, migranti e rappresentanti Cub, che si sono riuniti nel pomeriggio per comunicare il loro sostegno agli attivisti italiani e francesi, che per oltre cento giorni hanno ospitato i migranti nella tendopoli allestita sulle scogliere di Ventimiglia, sgomberata stamattina dalle forze dell'ordine.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: