martedì 17 luglio 2012
Qualsiasi sia la decisione della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione nella vicenda delle intercettazioni telefoniche dell'inchiesta di Palermo l'importante è mantenere la segretezza delle telefonate del Capo dello Stato": lo ha detto il Guardasigilli Paola Severino incontrando la stampa durante la sua visita a Mosca.
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"Qualsiasi sia la decisione della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione nella vicenda delle intercettazioni telefoniche dell'inchiesta di Palermo l'importante è mantenere la segretezza delle telefonate del Capo dello Stato": lo ha detto il Guardasigilli Paola Severino incontrando la stampa durante la sua visita a Mosca."L'aspetto più importante è mantenere la segretezza intorno al contenuto di telefonate che possano riguardare figure istituzionali protette per il loro ruolo istituzionale", ha spiegato il ministro rispondendo a una domanda. "Qualsiasi sia la soluzione interpretativa, l'adozione di regole di procedura penale o la legge sulle garanzie applicate al Capo dello Stato, si dovrà rispettare la sostanza della legge, che è quella di evitare che conversazioni del Capo dello Stato possano essere rese pubbliche", ha proseguito."Il problema - ha osservato - non è affatto se il comportamento tenuto dalla procura di Palermo sia stato o meno corretto sotto il profilo della intercettabilità di una telefonata. Se si è trattato di una intercettazione casuale si poteva fare, ma il tema non è se si poteva o non si poteva intercettare, e questo è bene chiarirlo perché da questo equivoco ne possono nascere molti altri. Il problema - ha aggiunto - è se debba avere prevalenza una certa interpretazione della legge costituzionale che riguarda le garanzie del presidente della repubblica o se si debba applicare la normativa comune in materia di utilizzazione e utilizzabilità delle intercettazioni. Il tema è tutto qui, vedere se anche per le intercettazioni che casualmente e quindi lecitamente hanno riguardato il capo dello Stato si debba applicare la procedura prevista dal codice per tutte le intercettazioni o una normativa speciale"."Il quesito posto correttissimamente alla Corte costituzionale è se il presidio delle garanzie riguardanti il Capo dello stato si estende anche al campo procedurale, non attivando l'udienza filtro sulle intercettazioni", ha concluso, ribadendo che "non c'è contrapposizione tra poteri dello Stato" e che "si tratta di una questione estremamente delicata e seria".
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