mercoledì 4 ottobre 2017
Minacce, violenze, sfratti forzosi da alloggi popolari e una gambizzazione per affermare la "supremazia" sul territorio. Tutto con l'aggravante del metodo mafioso. Risarcimenti a Campidoglio e Regione
Sette condanne al clan Spada di Ostia: riconosciuta l'aggravante di mafia
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Condanne per più di 50 anni di carcere e conferma dell'aggravante del metodo mafioso. La quarta sezione del tribunale di Roma, presieduta da Laura Di Girolamo, ha condannato sette persone ritenute facenti parte del clan Spada, una delle famiglie di spicco della criminalità di Ostia, il quartiere litoraneo della capitale.

Ad essere condannati Massimiliano Spada (13 anni e 8 mesi di carcere), Ottavio Spada (5 anni), Davide Cirillo (6 anni e 4 mesi), Mirko Miserino (6 anni e 4 mesi), Maria Dora Spada (7 anni e 4 mesi), Massimo Massimiani (11 anni) e Manuel Granato (6 anni e mezzo). Sono accusati di minacce, violenze, sfratti forzosi da alloggi popolari e una gambizzazione per affermare la "supremazia" del proprio clan sul territorio di Ostia; e tutto con l'aggravante del metodo mafioso. I pm di Roma Ilaria Calò ed Eugenio Albamonte a giugno scorso avevano chiesto condanne per quasi cento anni di reclusione.

I sette condannati dovranno risarcire i danni alle parti civili (tra gli altri, Roma Capitale, Regione Lazio, Associazione Caponnetto e Associazione Libera Sos Imprese) da stabilirsi in sede civile. Complessa la vicenda che ha impegnato il Tribunale capitolino. Le indagini che hanno portato all'odierno processo partirono dalla gambizzazione di Massimo Cardoni, detto "Baficchio", ferito con due colpi di pistola nell'ottobre 2015 davanti a un supermercato di Ostia. Gli investigatori si convinsero che dietro al movente della gambizzazione c'era stata la contrapposizione tra il clan "emergente" degli Spada e la perdente compagine dei Baficchio-Galleoni. Il tutto "condito" da sfratti forzosi da case popolari, minacce e intimidazioni.

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