mercoledì 31 luglio 2013
La proposta del ministro Kyenge: dare la possibilità di svolgere il servizio civile a coloro che hanno la residenza in Italia. L'obiettivo è trovare una soluzione in tempi brevi, per risolvere dubbi e perplessità in vista del nuovo bando atteso per settembre. Per l'anno corrente ci sono a disposizione 92 milioni di euro, che dovrebbero permettere a 14.700 volontari di partire.
E Maroni non risponde all'appello del ministro
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Il criterio della residenza legale sul territorio potrebbe essere il punto fondamentale per sciogliere il nodo dell’accesso al servizio civile per i cittadini stranieri. Lo ha sottolineato il ministro per l'Integrazione, Cécile Kyenge, intervenendo a un incontro sul tema organizzato oggi a Roma dall’intergruppo parlamentare sul Terzo settore. «La discussione è in corso, la necessità di affrontare il tema parte dai parlamentari – sottolinea la ministra -. Ma il nodo centrale è che dobbiamo iniziare a parlare di persone residenti in Italia, di cittadini residenti che vogliono dare un contributo di volontariato a un servizio che esiste già. Qualunque ragionamento deve partire da questo».Parlare di “stranieri” ha puntualizzato il ministro, è troppo vago. «Si deve parlare di persone che hanno fatto un percorso sul territorio e che hanno la residenza». Su questo aspetto Kyenge sottolinea che si stanno esaminando tutte le vie possibili e i casi dei cittadini stranieri che a Milano e Brescia hanno fatto ricorso dopo essere stati esclusi dal bando. L’obiettivo è di trovare una soluzione in tempi brevi, prima della partenza del nuovo bando prevista per settembre. «Avrò un’estate molto movimentata - aggiunge – per cercare di chiarire tutti i casi entro settembre quando si dovrebbe decidere di far partire il nuovo bando. Per ora stiamo esaminando tutte le piste, tute le vie». Per quanto riguarda le risorse  Kyenge spiega che per l’anno corrente ci sono a disposizione 92 milioni di euro che dovrebbero permettere a 14.700 volontari di svolgere progetti di utilità sociale. In più ci saranno 450 posti per la cooperazione internazionale all’estero. E, infine, un bando straordinario per 300 ragazzi che si occuperanno di invalidi e ciechi. «Un primo segnale d’attenzione su questo tema c’è stato ieri in Senato quando è stato votato un incremento di un milione per quest’anno e di 10 per il 2014 – aggiunge Kyenge - . Sappiamo che il servizio civile è nato da un’obiezione al servizio di leva, dobbiamo quindi anche portare avanti un ragionamento su cosa significa la protezione della patria, anche per dare una risposta al ministro della Difesa» Tra gli altri punti al vaglio, l’idea di pensare a un coordinamento europeo del servizio civile da proporre in occasione del semestre di presidenza europea dell’Italia previsto l’anno prossimo. Inoltre «come ministro delle politiche giovanili mi impegno per sensibilizzare anche gli altri ministeri sulla figura di chi fa il servizio civile, sull’importanza della formazione e del protagonismo dei giovani – continua Kyenge - Cercherò di far capire ai miei colleghi che senza le risorse è tutto più complicato».
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