giovedì 5 maggio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
«Mi aspettavo una presa di posizione meno blanda, più chiara, sulla non legittimazione, neanche all’estero. È inutile una condanna generica, che già c’è nella legge 40, se non si fa un passo avanti ». Milena Santerini è stata una delle artefici del «no» del Consiglio d’Europa alla mozione che di fatto apriva alla maternità surrogata. Con il suo gruppo, Demos-Centro democratico, ha presentato alla Camera una delle mozioni votate ieri, che si proponeva «di non legittimarla e di trovare gli strumenti giuridici per vietarla anche all’estero». Obiettivo era passare dalle parole ai fatti, e dunque di far valere in Italia un divieto già chiaro nelle convenzioni internazionali. Ma questo appello non è stato messo nero su bianco nell’unica mozione approvata (quella del Pd). Che segnale arriva al governo?Intanto abbiamo fatto bene a votare le mozioni prima delle unioni civili, anche per togliere qualsiasi alibi. Su cosa basate la vostra posizione? Sul fatto che tutte le convenzioni internazionali sui diritti delle donne e dei bambini in teoria già contengono gli strumenti giuridici per vietare la maternità surrogata: divieto di sfruttamento della donna, diritto a conoscere le origini per il bambino. Vanno utilizzati. Poi c’è molto da dire sulle trascrizioni all’anagrafe, fatte anche quando è chiaro che il figlio che sta entrando in Italia non viene da adozione o nascita avvenuta fuori, ma da maternità surrogata. Renzi annuncia misure per le famiglie e contro la denatalità. Dove iniziare? Vanno aiutate soprattutto le coppie giovani. Il discorso demografico va, però, collegato alla lotta alla povertà, sulla quale il governo già si è impegnato. Strumenti?Dai vari bonus, al sostegno ai servizi sociosanitari, fino al contrasto della povertà educativa. 
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: