giovedì 20 dicembre 2012
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Azzardopoli è scesa in campo. E con i suoi tentacoli ha attanagliato ormai quasi tutta la Serie A. Non poteva essere altrimenti in un Paese dove mancano argini che impediscano il brulicare delle bische legalizzate e dove la febbre da gioco ha contagiato milioni di persone, distruggendo intere famiglie. Perché il calcio – da sempre lo sport più amato dagli italiani – rappresenta un canale privilegiato per l’industria del gioco, che ha individuato nei tifosi i clienti più facili da reclutare per alimentare il proprio giro d’affari. E il “povero” pallone nazionale, alla continua ricerca di proventi pubblicitari per tenere il passo dei campionati esteri, accetta volentieri le proposte che arrivano dalle aziende del settore. Nascono così, nel segno di un vantaggio reciproco in nome del dio denaro, gli accordi tra il mondo del calcio e quello dell’azzardo. Le prime collaborazioni risalgono a più di cinque anni fa. Ma si trattava di casi isolati. Mentre negli ultimi mesi – a testimonianza che l’intesa sembra essere redditizia per entrambe le parti – la tendenza ha subìto un’accelerata impressionante. Tanto che oggi 16 club di Serie A su un totale di 20 vantano tra i propri sponsor o partner commerciali almeno un marchio che opera nel settore del gioco. Esistono varie forme di collaborazione. La più esplicita è quella adottata da Genoa, Palermo e Sampdoria. Le tre società hanno scelto di griffare le maglie da gioco rispettivamente con Iziplay, Eurobet e Gamenet. Ovvero tre multinazionali che propongono una vasta offerta di puntate: dagli eventi sportivi al casinò online.A favorire la crescita del connubio tra pallone e azzardo è stato proprio l’ingresso a gamba tesa nel calcio dei più noti siti internet di poker internazionali. Dal rettangolo di gioco al tavolo verde, il passo è breve. La Juventus (che la scorsa stagione aveva le maglie firmate Betclic) poche settimane fa ha siglato un accordo con Pokerstars.it, mettendo in palio per i vincitori dei tornei alcuni biglietti d’ingresso allo Juventus Stadium in occasione delle partite casalinghe dei bianconeri. Il messaggio che passa è chiaro: più sei bravo a giocare – tradotto, più scommetti – e più sarai premiato. L’iniziativa «Allo stadio con Pokerstars» è partita il 31 ottobre ed è proseguita fino a oggi quando si chiuderà la finale che decreterà il vincitore dei due posti in tribuna per assistere al match Juventus-Sampdoria del 6 gennaio.Ma la squadra di Torino non è l’unico grande club ad aver strizzato l’occhio al mondo del gioco d’azzardo. Da pochi giorni, infatti, il Milan ha lanciato una “poker room rossonera”. Si tratta di una sala virtuale, ma con soldi veri, a cui è possibile accedere direttamente dal sito ufficiale della società lombarda cliccando sulla finestra “community”. Ed ecco che appare lo slogan accattivante, in cui si gioca anche con le parole, visto che i colori ufficiali del Milan coincidono con quelli delle carte francesi e della roulette: «Come giocare? È facile! Tre semplici passaggi e potrai sederti ai tavoli rossoneri e iniziare a giocare a poker. 1) Registrati gratis 2) scarica il client 3) entra e gioca». La proposta del Milan nasce in seguito a un accordo con Iziplay, stesso sponsor del Genoa e da due mesi anche della Lazio.Il fenomeno si sta diffondendo a macchia d’olio. E proprio negli anni in cui gli scandali di Scommessopoli si ripetono continuamente con conseguenti penalizzazioni e squalifiche di allenatori e calciatori. L’ultimo matrimonio è di ieri e riguarda la Roma e Intralot Italia. Le due parti hanno firmato un’intesa per la categoria “Casinò online” che prevede la presenza del brand a bordo campo allo stadio Olimpico nelle partite di campionato e Coppa Italia dei giallorossi. Rientrano nell’elenco dei club di A legati da contratti commerciali, pubblicitari o di partnership con l’industria del gioco anche il Catania (Stanleybet e DomusBet.it), Udinese (Betclic), Napoli (Better), Parma (nel sito della società c’è l’apposita sezione "betting"), Chievo (Merkur win), Torino (Sisal Matchpoint), Pescara (Betclic), Cagliari (Better) e Siena (Sisal Matchpoint e Betclic).Scendendo di categoria il quadro non cambia. Il campionato cadetto già da due anni ha preso il nome di «Serie Bwin», in virtù della sponsorizzazione del torneo da parte dell’omonima società austriaca di scommesse sportive.Un contributo arriva anche da alcuni campioni che negli ultimi anni hanno accettato il ruolo di testimonial di società di poker online. In assenza di regole chiare che impediscano accordi di sponsorizzazione con i brand del gioco, il circolo vizioso sembra destinato a continuare, arricchito da allettanti scambi di ruolo. Con calciatori che diventano ambasciatori dei casinò in Rete e tifosi che si trasformano in giocatori. Ma soltanto sul tavolo verde.
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