lunedì 25 ottobre 2010
L'Unione europea ha ammonito Belgrado che ogni ulteriore progresso dipenderà dalla sua piena collaborazione col tribunale di guerra. La svolta lo scorso luglio, quando il governo serbo ha accettato di negoziare con la provincia secessionista del Kosovo, cedendo alle richieste di una maggior cooperazione regionale.
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L'Unione europea si è avvicinata oggi all'avvio di colloqui per l'ingresso della Serbia, ma ha ammonito Belgrado che ogni ulteriore progresso dipenderà dalla sua piena collaborazione col tribunale di guerra Onu. I ministri degli Esteri hanno concordato di chiedere un'opinione alla Commissione per lanciare i colloqui d'ingresso con la Serbia, un passo procedurale nel lungo processo di accesso all'Ue.Belgrado ha guadagnato maggior sostegno per la sua candidatura all'Ue da quando lo scorso luglio ha accettato di negoziare con la provincia secessionista del Kosovo, cedendo alle richieste di una maggior cooperazione regionale.Ma l'Ue ha di fronte il dilemma di trovare un equilibrio tra l'incoraggiare le riforme democratiche in Serbia ed il resto dei Balcani occidentali, mantenendo la pressione su Belgrado affinchè rompa col suo passato di nazionalismo violento.«È stato trovato un buon equilibrio fra riconoscere gli sforzi della Serbia nei mesi recenti e il messaggio che una piena cooperazione col tribunale è ancora una condizione essenziale», ha detto Steven Vanackere, ministro degli Esteri del Belgio, che detiene la presidenza di turno semestrale Ue.In particolare, i governi Ue vogliono che Belgrado catturi il generale serbo Ratko Mladic, accusato di genocidio per il massacro nel 1995 di circa 8.000 musulmani nella cittadina bosniaca di Srebrenica.
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