martedì 18 settembre 2018
Da un lato garantita l'agibilità operativa del partito e dall'altro tutelata l'immediata riscossione da parte dello Stato delle somme dovute
Umberto Bossi e Francesco Belsito sotto accusa per i rimborsi elettorali alla Lega

Umberto Bossi e Francesco Belsito sotto accusa per i rimborsi elettorali alla Lega

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La Procura di Genova ha accolto le istanze dei difensori della Lega sulle modalità di esecuzione del sequestro cui è stato dato il via libera la scorsa settimana dal Tribunale del Riesame del capoluogo ligure. Lo ha riferito il procuratore capo di Genova, Franco Cozzi, mentre il procuratore aggiunto e titolare dell'inchiesta, Francesco Pinto, ha spiegato che in base all'istanza del movimento la Lega «metterà a disposizione di un apposito fondo della Procura somme con cadenza bimestrale per 100mila euro per un ammontare minimo annuale di 600mila euro» fino al raggiungimento dei 49,8 milioni di euro ritenuti il frutto della presunta truffa sui rimborsi elettorali risalente alla gestione Bossi-Belsito tra il 2008 e il 2010. Pinto ha poi spiegato che l'afferimento di queste somme avverrà «o attraverso il versamento di un eventuale affitto dell'immobile di via Bellerio o di somme derivanti dai bilanci della Lega a partire da quello del 2019».

Il procuratore capo ha poi precisato che la Lega si è impegnata a versare qualunque surplus, differenza tra ricavi e spese, che ecceda i 600mila euro. Secondo il procuratore capo, l'accoglimento delle istanze ha il doppio vantaggio che da un lato garantisce l'agibilità operativa della Lega, e quindi il diritto costituzionale e politico di un movimento politico, e dall'altro tutela l'immediata riscossione da parte dello Stato delle somme dovute.

Sul piano pratico, sono già state sequestrate le somme presenti sui conti del partito «pari a 130 -140 mila euro circa». Dal 2019, chiarisce Cozzi, la Lega verserà ogni due mesi su un conto bancario gestito dalla Guardia di Finanza 100mila euro (pari dunque a 600mila euro annui) che poi verranno "congelati" dalle fiamme gialle in attesa della sentenza definitiva nel processo che vede imputati l’ex segretario Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito (condannati in primo grado e in attesa della sentenza d’appello). Visto che altri 3 milioni erano già stati bloccati, salvo novità potrebbero volerci 76 anni per recuperare l’intera somma.

Cozzi ha poi affermato che si tratta di un provvedimento incidentale, spiegando che se alla fine del processo di secondo grado, la corte di Appello accogliesse le istanze delle difese con una conseguente eliminazione della confisca, la Lega avrebbe in restituzione tutte le somme che avrà versato. Il processo di secondo grado è alle fasi conclusive. Oggi il sostituto procuratore generale Enrico Zucca ha chiesto la conferma della condanna di primo grado per appropriazione indebita nei confronti dell'ex tesoriere leghista Francesco Belsito, dopo aver chiesto nella precedente udienza di luglio la conferma della confisca dei quasi 49 milioni, anche per i reati nel frattempo prescritti, e la condanna di Bossi a un anno e dieci mesi (alcuni degli episodi attribuitigli sono infatti caduti in prescrizione rispetto alla sentenza di primo grado).

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