lunedì 10 giugno 2013
L'uomo si è dato fuoco e si è poi lanciato dal balcone del Comune: gli era stato negato il permesso di occupare il suolo davanti al suo negozio. Protesta di 300 commercianti.
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Di fronte ai drammi prodotti dal perdurare della crisi è assolutamente necessario "dare una risposta", altrimenti si rischia di "arrivare a delle tensioni incontrollabili". A maggior ragione quando ci si trova di fronte a drammi "estremi" dove l'azione della Chiesa e delle associazioni non possono essere "risolutive". Così, a margine di un convegno sul tema della crisi, l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, commenta il tragico episodio verificatosi a Ercolano dove un fioraio è morto dopo essersi dato fuoco ed essersi lanciato dal balcone del Municipio. "Sono drammi estremi, che rispecchiano una situazione di crisi che ormai invade tutto e tutti", ha detto l'arcivescovo Sepe.IL FATTOAntonio Formico, titolare del negozio "La Violetta" in corso Resina a Ercolano, è arrivato intorno alle 10.30 in municipio chiedendo di parlare con il sindaco Vincenzo Strazzullo perché gli era stato negato il permesso di stallo davanti al suo negozio. Ma il sindaco era fuori dalla sede per altri impegni. Allora l'uomo Formicola, senza che nessuno lo fermasse, si è cosparso il corpo con la benzina che aveva portato con sé in una tanica e si è dato fuoco lanciandosi dalla finestra. Inutile la corsa al Centro grandi ustionati dell'ospedale Cardarelli di Napoli, dove l'uomo è morto alle 11.30 circa.Circa 300 negozianti, dopo avere saputo del gesto del fioraio, si sono riuniti e hanno tentato di entrare nella sede del Comune: lamentano di essere stati lasciati soli dalle istituzioni. La polizia è riuscita a respingere il tentativo, ma la tensione resta molto alta. 

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